Pippo Baudo e quella volta ad Alessandria
ALESSANDRIA - Quella volta che Pippo Baudo venne ad Alessandria, noi si faceva le elementari. L'anno sfugge, gli archivi non…
ALESSANDRIA – Gianluca Veronesi, ex sindaco di Alessandria e per molti anni dirigente Rai, ci offre un profilo di Pippo Bando, il compianto presentatore (e tanto altro…) morto sabato sera e di cui ieri sono stati celebrati i funerali a Militello Val di Catania.
Ecco il ricordo di Veronesi.
Pippo Baudo e quella volta ad Alessandria
ALESSANDRIA - Quella volta che Pippo Baudo venne ad Alessandria, noi si faceva le elementari. L'anno sfugge, gli archivi non…
Lo scopritore, il divulgatore, il capocomico, il confidente, il consolatore e così via. E’ stato il più importante sociologo del Paese. Ha infatti contribuito -in misura fondamentale- alla definizione della società di massa. Che non è uguale in tutto il mondo e che noi abbiamo chiamato “tv generalista”. Formalmente di un programma era il presentatore ma nella realtà era anche il regista, l’autore, il direttore d’orchestra. Se avesse potuto, avrebbe fatto volentieri anche il cameraman.
Vigilava – come si dice in economia – sull’intera catena del valore. Innanzi tutto era lui che sceglieva gli ospiti, che decideva che spazio riservare loro e a che ora intervistarli (che può fare una enorme differenza). Per questo il famoso slogan: “l’ho scoperto io”.
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E’ certamente stato un inimitabile talent-scout. Un provino -sorprendente, spiazzante, per lui convincente- apriva uno spiraglio verso il mondo del cinema, della tv e della canzone. E’ ovviamente nel mondo musicale che Baudo ha avuto il potere più grande. Non come presentatore di Sanremo ma come suo direttore artistico. Per un musicista se non vai a Sanremo non esisti e a decidere a chi toccava era soprattutto lui.
Quando facevi una passeggiata con lui dovevi cancellare gli appuntamenti successivi. Il 100 per 100 di chi incrociavi lo riconosceva, il 90 lo fermava, il 70 chiedeva di fotografarsi insieme, il 50 si congratulava. Ma la sorpresa la faceva lui che chiedeva loro da dove venissero. Qualunque fosse la località e per quanto sconosciuta, Pippo c’era stato e chiedeva se il teatro Tal dei tali era ancora in attività. No, aveva chiuso quaranta anni fa. Capivi così che memoria mostruosa avesse e che gavetta aveva dovuto fare.
L’avvocato Baudo percorreva, guidando lui, su e giù l’Italia per presentare spettacoli di avanspettacolo, improbabili premi letterari, sagre e processioni, sfilate di bellezza. Dispiace che Rai – in questi 20 ultimi anni- non abbia trovato il modo di ospitarlo in un ruolo di “grande vecchio”, di “padre nobile”. E’ vero che Pippo ha avuto molti problemi di salute e che di un qualunque programma voleva il controllo assoluto. Tuttavia, tenendo presente che Baudo, glorioso alfiere del Servizio Pubblico, aveva una notevole cultura, si poteva studiare qualcosa nel campo della divulgazione (modello Piero e Alberto Angela).
Cambiando assolutamente genere televisivo per evitare l’effetto “viale del tramonto”. Un giorno gli ho chiesto se era la Rai che lo aveva scoperto oppure era lui che si era inventato la Rai. Mi rispose solo con un sorriso ma capii che quella possibile confusione, quella reciproca identificazione lo lusingava.
Approfitto per ringraziare Dina, la collaboratrice più stretta e segretaria di Pippo, sicuro di essere condiviso da tutti coloro che l’hanno conosciuta. Faceva da filtro e la sua autorità era assoluta. Immaginate l’atmosfera in uno studio televisivo, a pochi minuti da una “diretta” che deve fare milioni di spettatori : c’è una tendenza al panico e al perdere la testa.
Tutti vogliono scaricare la loro tensione su Pippo. Lui che conosce a memoria la “scaletta” fa passare chi ha una motivata ragione e nell’ordine di apparizione. Se è vero che “ Sanremo è Sanremo” ( non ci sono complimenti sufficienti per definirlo), Baudo è stato e sempre sarà Baudo”