Coldiretti: “Il taglio della Pac minaccia l’agricoltura europea”
ROMA – Oltre 770mila aziende agricole italiane saranno colpite dal taglio della Pac 2028-2034, con la riduzione delle risorse e…
ALESSANDRIA – Una stangata da oltre un miliardo di euro sull’agroalimentare Made in Italy.
È questa la denuncia lanciata da Coldiretti Alessandria a seguito dell’accordo-quadro formalizzato tra Unione Europea e Stati Uniti a fine luglio in Scozia.
L’intesa, seppur accolta positivamente per il settore dell’automotive, penalizza duramente la filiera agricola, già provata da altre difficoltà.
Secondo il Centro Studi Divulga, il settore agroalimentare italiano dovrà affrontare dazi del 15% senza alcuna esenzione per i prodotti di eccellenza. A pagarne le conseguenze saranno in particolare:
Il vino, prima voce dell’export, con un impatto stimato di oltre 290 milioni di euro
L’olio extravergine d’oliva, per un costo aggiuntivo di oltre 140 milioni
La pasta di semola, che subirà un aggravio di circa 74 milioni
Il totale dei danni stimati supera 1 miliardo di euro, mentre i formaggi restano soggetti a dazi tra il 10% e il 15%, come già avveniva.
“L’accordo conferma lo squilibrio della trattativa e la mancanza di tutela per le produzioni italiane – ha dichiarato Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria –. Ci aspettavamo almeno l’esclusione del vino, invece nulla. Così si favoriscono altri Paesi in un mercato che storicamente ci appartiene”.
Critico anche il direttore Roberto Bianco:
“Non è accettabile che l’agricoltura continui a essere il comparto più penalizzato. Inoltre, si rischia di indebolire gli standard di sicurezza alimentare europei se si aprono le porte a cibi prodotti con regole meno rigorose”.
Nei primi tre mesi di applicazione dei dazi aggiuntivi al 10%, le esportazioni agroalimentari italiane verso gli Stati Uniti hanno subito una frenata significativa. A giugno si è registrato un calo del 2,9%, il primo dall’autunno 2023. Nel frattempo, l’export italiano complessivo verso gli Usa è cresciuto del 10,3%, evidenziando la sofferenza specifica del comparto agricolo.
Il rallentamento progressivo – dal +11% del primo trimestre, al +1,3% di aprile, fino al +0,4% di maggio – ha reso evidente l’impatto negativo delle nuove tariffe, anche per effetto delle incertezze politiche e dell’instabilità del dollaro.
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