Dazi Ue-Usa, accordo al 15% ma il vino alessandrino chiede di più
ALESSANDRIA – L’accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti per fissare un dazio del 15% non aggiuntivosu quasi tutti…
ALESSANDRIA – Si alzano i toni contro l’accordo sui dazi al 15% tra Stati Uniti e Unione Europea. La Cia-Agricoltori Italiani, attraverso la sede di Alessandria-Asti, ha definito l’intesa una vera e propria resa sul piano commerciale.
In particolare per i comparti chiave dell’agroalimentare italiano, primo fra tutti il settore vitivinicolo.
Secondo Cia, l’accordo rischia di tradursi in gravi perdite per l’export agroalimentare. Solo 2024 ha raggiunto un valore di 7,8 miliardi di euro verso gli Usa. Non solo il vino, ma anche l’indotto agroindustriale potrebbe subire ripercussioni pesanti, con effetti sull’occupazione e sulla sostenibilità economica delle imprese.
“La perdita di competitività – afferma il presidente nazionale Cia Cristiano Fini – ridurrà le quote di mercato negli Stati Uniti e aumenterà i costi per le aziende italiane, che dovranno scegliere se assorbire le perdite o trasferirle sui consumatori”.
Tra i fattori critici indicati da Cia vi è la combinazione tra dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro, che potrebbe determinare costi aggiuntivi reali per le imprese. Riducendo, naturalmente, ancora i margini di profitto.
Questo scenario metterebbe in discussione anche la domanda del vino italiano sul mercato statunitense, proprio in un momento in cui si richiede stabilità e tutela per le produzioni di qualità.
La Cia mette in guardia anche contro la possibile apertura agevolata all’import agricolo statunitense, che – afferma Fini – “non può prescindere dalla reciprocità nelle regole commerciali”, considerata una linea rossa da non oltrepassare.
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