Una lettera e l’ultimo saluto della Croce Verde a Gianfranco Demichelis
E' stato il presidente dell'Associazione, Antonella Gilardengo, al termine del funerale, a leggere la missiva a nome di tutta la sua grande squadra
ALESSANDRIA – La Croce Verde ha detto addio a Gianfranco Demichelis con un abbraccio stretto. Demichelis aveva 68 anni e abitava in città. Commissario in pensione della Polizia Municipale, ha dedicato la sua vita a garantire la sicurezza ma anche, e soprattutto, al volontariato.
La lettera del presidente della ‘Verde’
Ed è stato proprio il presidente della Croce Verde, Antonella Gilardengo, a leggere una lettera a nome di tutta la sua squadra al termine del funerale celebrato ieri pomeriggio (lunedì).
“Ciao Franco, abbiamo sperato tutti, fino alla fine, in un epilogo diverso. Purtroppo non è stato così. Ci hai colti di sorpresa anche questa volta, così come quando arrivavi in sede portando le novità alle quali avevi pensato la notte precedente”.
“I volontari delle ‘Croci’, come ci definiscono, sono persone particolari, un po’ strane. Vivono una seconda vita, parallela alla vita in famiglia e con gli affetti. Una seconda vita trascorsa in una casa che è di tutti e di nessuno, a fare cose che vanno a beneficio di tutta la comunità, avendo come compagni di viaggio decine di volontari che rappresentano uno spaccato di umanità piuttosto variegata. Tu, questa seconda vita l’hai vissuta per più di 50 anni, da quando entrasti in Verde ragazzino 14enne, nella storica sede di via Parma e ci sei rimasto fino a poche settimane fa”.
Gianfranco Demichelis
‘Rappresentavi una sicurezza’
“La tua profonda conoscenza del nostro mondo e la tua innata capacità di ‘vendere le cose’ un po’ prima degli altri – ha sottolineato Gilardengo – rappresentavano per tutti noi una sicurezza. A tutti noi, almeno una volta, è successo di dire, ‘mah, questa cosa non la so, la chiedo a Franco’.
“Le nostre infinite discussioni che terminavano quasi sempre in tarda serata, talvolta anche in disaccordo, erano sempre rivolte al bene dell’associazione. Quel tuo essere un po’ schivo, e a volte un po’ scontroso, celava un attaccamento sincero, autentico, fatto di poca diplomazia ma di molta sostanza”.
‘Dobbiamo parlare ai volontari’
“Dicevi spesso ‘dobbiamo riuscire a parlare ai volontari’, in particolare ai più giovani, ‘dobbiamo fare in modo che qui trovino una seconda casa’. Sottolineavi ‘parlare’, non scrivere messaggi impersonali. Cercheremo di farlo”.
“Oggi è il giorno del dolore, un dolore profondo, che ci ha colpiti all’improvviso e che sarà difficile da assorbire, così come sarà difficile per Elisa e Daria che hanno perso un padre e un marito sempre presente. Da domani dovremo fare anche la tua parte, saremo più soli, non sappiamo bene come faremo, ma ciascuno di noi non si tirerà indietro”.