Sanità, al via un questionario anonimo per i lavoratori dell’Asl Al
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TORINO – Nonostante le rassicurazioni istituzionali, la sanità piemontese è in sofferenza strutturale.
A denunciarlo è la Funzione Pubblica Cgil, che attraverso una nota interviene con toni netti sulla crisi del sistema sanitario regionale, aggravata da carenze di personale, turni massacranti e assenza di pianificazione.
“La tutela del lavoro e la salute dei cittadini devono essere le priorità”, afferma la Cgil, mettendo in luce un quadro fatto di organici ridotti, dimissioni continue e disfunzioni operative che minano il diritto alla salute e la tenuta del servizio pubblico.
Nonostante l’avvio di un piano straordinario di assunzioni, i dati indicano un saldo negativo costante nelle aziende sanitarie, soprattutto in alcune province. I professionisti in servizio sono sovraccaricati: saltano i riposi, operano in condizioni al limite della sicurezza e spesso lasciano il posto dopo pochi mesi.
Le cause sono chiare: carichi di lavoro insostenibili, stipendi inadeguati, mancanza di incentivi e assenza di prospettive di carriera. I concorsi pubblici non attirano più: pochi partecipanti, molti rinunciano prima ancora di iniziare.
La Cgil denuncia anche la mancanza di una strategia regionale comune: ogni ASL agisce autonomamente, spesso in modo frammentato e contraddittorio. Non esistono piani a lungo termine, non si valorizzano le risorse interne, e il disordine organizzativo aggrava una crisi ormai strutturale.
A questo si somma un disavanzo sanitario crescente, che porta a tagli ai servizi e alimenta il rischio di una progressiva privatizzazione del sistema a danno della sanità pubblica.
Nel Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) mancano risposte adeguate su cronicità, non autosufficienza, salute mentale e disabilità. Le Case e Ospedali di Comunità, che dovrebbero decongestionare i Pronto Soccorso, restano in gran parte inattuati o sottoutilizzati.
La medicina territoriale fatica a decollare per mancanza di personale, scarsa integrazione con i medici di base e insufficiente formazione. Una situazione che rischia di vanificare gli obiettivi del PNRR in tema di accessibilità e assistenza diffusa.
Nel mondo del lavoro, osserva la Cgil, la regola è quella della domanda e dell’offerta. Ma nella sanità piemontese la risposta alla carenza è spesso l’inasprimento delle condizioni di lavoro: più ore, meno retribuzione, nessuna tutela del benessere psico-fisico.
“È inaccettabile che chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale venga lasciato solo”, ribadisce la FP Cgil, che chiede risorse strutturali, scelte politiche coraggiose, riconoscimento della professionalità e rispetto dei diritti.
La nota si conclude con un appello deciso: “Senza queste premesse, nessuna riforma potrà dirsi tale. Noi saremo in prima linea per difendere i lavoratori della sanità pubblica e i diritti dei cittadini, che non possono più permettersi il lusso di essere pazienti”.
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