“Prevenzione del suicidio tra i giovani, una responsabilità collettiva”
L'assessore Roberta Cazzulo
Società
Redazione  
10 Settembre 2025
ore
20:25 Logo Newsguard
La riflessione

“Prevenzione del suicidio tra i giovani, una responsabilità collettiva”

In occasione della Giornata mondiale, l’assessore Cazzulo invita a rompere il silenzio e rafforzare i servizi di supporto

ALESSANDRIA – «Il suicidio è oggi la principale causa di morte in Europa tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, la seconda in Italia dopo gli incidenti stradali». Con queste parole Roberta Cazzulo, assessora del Comune di Alessandria, ha scelto di lanciare un forte messaggio in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, ponendo l’accento sulla necessità di una presa di coscienza collettiva e su interventi strutturali urgenti.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno più di 700 mila persone si tolgono la vita nel mondo. In Europa si registrano oltre 150 mila suicidi l’anno, una media di quasi 400 al giorno, di cui circa 4.000 in Italia.

Prevenzione del suicidio tra i giovani: “Investire nei servizi e nella cultura dell’ascolto”

«Fare prevenzione del suicidio tra i giovani è possibile e necessario – afferma Cazzulo – ma richiede interventi scientificamente fondati, articolati su più livelli: dalla famiglia alla scuola, dalla comunità alle istituzioni locali e nazionali». Il nodo cruciale, secondo l’assessora, è il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri di Neuropsichiatria infantile e adolescenziale, da troppo tempo sottodimensionati in termini di personale, risorse e strutture.

La prevenzione deve partire dall’ascolto e dalla capacità di intercettare il disagio in modo tempestivo. «Serve una cultura del dialogo, dell’empatia, della vicinanza – continua – perché dietro ogni ragazzo che pensa di non avere alternative, c’è un bisogno profondo di essere visto, ascoltato, riconosciuto».

Oltre agli interventi sul piano locale, Cazzulo richiama la necessità di una visione nazionale: «Nonostante la gravità del fenomeno, l’Italia è ancora priva di un piano nazionale integrato per la prevenzione del suicidio, così come manca un sistema di monitoraggio capillare e aggiornato».

L’appello è chiaro: servono azioni coordinate tra scuola, sanità, mondo del lavoro, terzo settore e forze dell’ordine, oltre all’istituzione di un numero unico nazionale attivo 24 ore su 24, dedicato esclusivamente alla prevenzione del suicidio.

Uno dei maggiori ostacoli alla prevenzione del suicidio tra i giovani è ancora oggi rappresentato dallo stigma sociale. «Dobbiamo cambiare il modo in cui la società percepisce il suicidio – conclude Cazzulo – passando da una cultura del silenzio a una cultura dell’apertura, della comprensione e del supporto».

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