I Manifesti: “Più fastidiosi che radiofonici. Ma ci va bene così”
Spettacoli
Fabiana Torti  
12 Settembre 2025
ore
07:08 Logo Newsguard
Verso la finale

I Manifesti: “Più fastidiosi che radiofonici. Ma ci va bene così”

La band di Casale, in gara al PeM Music Contest 2025, si racconta tra provocazioni e testi scomodi

MIRABELLO – Sono provocatori, sfrontati, ironici, ma anche lucidissimi. I Manifesti sono una band nata a Casale Monferrato nel 2022, formata da quattro amici che hanno deciso di raccontare il loro mondo con testi taglienti e zero filtri.

Stasera, venerdì 12 settembre saranno tra i finalisti del PeM Music Contest, la rassegna ideata da Enrico Deregibus, in programma al Country Sport Village di Mirabello Monferrato (strada Comunia 30). Con loro in gara ci saranno Alo Eazy, Liv e I Tramontana. Ospite speciale della serata: Mabi, vincitrice dell’edizione 2024.

Abbiamo parlato con Alessandro Montaldi, in arte Red, voce del gruppo, per conoscere meglio una band che vuole “fare rumore, anche quando dà fastidio”.

Manifesti: una musica “che disturba”

I Manifesti nascono da un’idea di Red e del chitarrista Bullum (Alessio Aliati), a cui si sono uniti Nigel (Valerio Moisio, basso) e Otto (Francesco Ottone, batteria). Hanno tutti tra i 23 e i 33 anni, età media 27, e arrivano da esperienze musicali diverse ma unite da una visione comune.

“Volevamo fare musica inedita in italiano, ispirata alla scena alternative italiana anni ’90: Afterhours, Verdena, Ritmo Tribale… con un tocco punk e riferimenti internazionali. Ma soprattutto volevamo dire qualcosa di scomodo.”

E il nome non è casuale: Manifesti perché ogni brano è un messaggio, una posizione, una dichiarazione.

“Noi crediamo in ciò che scriviamo. E non ci interessa essere radiofonici. Preferiamo essere fastidiosi, ma sinceri.”

Tra i loro brani più espliciti (che non porteranno al Pem) c’è Vannacci Pride, che come dice il titolo non ha bisogno di spiegazioni. “Trattiamo temi scomodi: antifascismo, salute mentale, sesso. Lo facciamo a modo nostro, senza freni”.

I brani in gara

I Manifesti porteranno due brani sul palco di Mirabello:

  • Piripi, Agente del caos: satira affettuosa su un ex componente della band. È una canzone ironica, che racconta il classico personaggio caotico e imprevedibile “che vuole fare tutto, ma non conclude niente”.
  • La sindrome: un brano intenso “che affronta il tema del femminicidio da una prospettiva particolare: quella dell’assassino. Ma con un obiettivo preciso: riflettere sul ruolo della salute mentale come fattore spesso ignorato nel dibattito pubblico”.

“Non vogliamo giustificare nessuno – sottolinea Alessandro – Ma crediamo che con più attenzione alla salute mentale, tanti episodi di violenza potrebbero essere evitati”.

Il progetto dei Manifesti è fortemente generazionale: rabbia, ironia, disillusione, ma anche una voglia profonda di dire le cose come stanno. Ogni canzone è un piccolo grido, uno schiaffo, un invito a guardarsi dentro. “Vogliamo che chi ci ascolta si senta un po’ a disagio, ma anche un po’ capito”.

E sul PeM Music Contest: “Ci eravamo candidati anche l’anno scorso, ma non siamo stati presi. Quest’anno ce l’abbiamo fatta, e siamo contenti. Conosciamo bene le altre band: con i Tramontana siamo amici, con gli Alo Eazy collaboriamo. Vogliamo divertirci, fare una bella figura e magari lasciare il segno. Non pensiamo di vincere, ma vogliamo farci notare – conclude Red – L’importante è esserci, dire la nostra e suonare insieme ad artisti che stimiamo. Poi, se vinciamo… tanto meglio!”.

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