Borsalino ricorda Robert Redford con la lettera e il cappello di Fellini

ALESSANDRIA – Un cappello diventato icona del cinema e una lettera scritta da una leggenda di Hollywood. Con questi due simboli, Borsalino rende omaggio a Robert Redford, celebrando un legame che affonda le sue radici negli anni Sessanta.

Borsalino: un cappello come quello di Fellini

Era il 1963 quando un giovane Redford, allora attore di Broadway, entrò negli uffici newyorkesi della maison chiedendo un cappello identico a quello indossato da Marcello Mastroianni in 8½ di Federico Fellini. Quell’esemplare, un fedora nero in feltro rasato con tesa medio-larga, nastro in grosgrain e fodera in satin, era stato realizzato esclusivamente per il regista riminese e non poteva essere riprodotto.

Determinato, Redford si presentò l’anno successivo direttamente alla manifattura di Alessandria, mentre girava un film in Europa, presentandosi con una frase rimasta nella memoria: «Buonasera, mi chiamo Robert Redford e voglio un cappello come quello di Mastroianni».

Qualche anno dopo, con la carriera ormai lanciata, l’attore scrisse a Vittorio Vaccarino, erede della famiglia Borsalino: «Dear Vittorio, you may remember me… my name is Robert Redford». Anche in quella occasione ribadì il desiderio di possedere il cappello visto in 8½.

Un episodio che testimonia il rapporto speciale tra Redford e la storica maison alessandrina, un intreccio di artigianalità italiana e cinema internazionale, ricordato dallo stesso attore nel documentario Borsalino City.

Con questo omaggio, Borsalino saluta una leggenda che ha vinto due Oscar – uno alla regia nel 1981 con Gente Comune e uno alla carriera nel 2002 – sottolineando come la sua storia personale si intrecci con la tradizione e lo stile del marchio alessandrino.

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