Esami Pfas: «Scenarios  non divulga i risultati specifici». È polemica
Una dei volontari durante i prelievi del biomonitoraggio indipendente
Cronaca
Monica Gasparini  
19 Settembre 2025
ore
14:26 Logo Newsguard
Dossier Spinetta

Esami Pfas: «Scenarios non divulga i risultati specifici». È polemica

La notizia comunicata mercoledì a chi si è recato al Poliambulatorio Gardella di Alessandria. Boschetto: «Non capisco perché alcuni sì e i Pfas no»

ALESSANDRIA – Alessandria e la Fraschetta sono sotto monitoraggio: bisogna esaminare il livello d’esposizione della cittadinanza ai Pfas, sostanze per- e polifluoroalchiliche.

Parallelamente al biomonitoraggio messo in atto dalla Regione Piemonte e coordinato dalla task force capitanata dall’assessore alla Salute Federico Riboldi, è iniziato anche lo studio epidemiologico inserito nel progetto Scenarios. In ospedale ad Alessandria, del resto, già a giugno sono iniziati i primi prelievi: gli esami vengono eseguiti al Poliambulatorio Gardella dell’Aou Al.

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Ma è già polemica, perché ai volontari che ieri hanno aderito allo studio e torneranno la prossima settimana per effettuare i prelievi, è stato specificato che non verrà comunicato nel dettaglio l’esito riguardante i Pfas.

Quindi, in sostanza, gli alessandrini potranno sapere i valori ad esempio del colesterolo o della glicemia, ma non dell’eventuale presenza di queste pericolose sostanze chimiche (alcune anche cancerogene). Scelta ritenuta discutibile.

La reazione

«Mi pare assurdo che il valore di colesterolo, transaminasi e vitamina D possa essere comunicato, mentre i referti dei Pfas no. Ricordo che lo studio riguarda proprio la loro presenza o meno. Le altre sono analisi che si fanno normalmente. Così diventa inutile pensare di partecipare al progetto. Il dato importante – afferma con forza Fabrizio Boschetto, del gruppo “Vivere in Fraschetta” – è sapere se e quanto siamo contaminati. È nostro diritto saperlo. Non capisco perché non devono essere comunicate queste analisi. Se vengono fornite direttamente alla persona, non c’è alcun problema riferito alla privacy. Perché devono essere nascosti? Per non creare allarme?».

Le direttive via Posta

«La scorsa settimana è arrivata a casa una raccomandata – spiegano alcuni – Siamo andati in Posta a ritirarla e abbiamo visto che si trattava del progetto Scenarios. C’è tutto scritto, dalla descrizione del progetto a come recedere, per giungere a cosa sono i Pfas e a cosa verrà fatto. Da quando si ritira la raccomandata, si hanno dieci giorni di tempo per recarsi all’Ufficio relazioni pubbliche dell’ospedale».

Arriva quindi il giorno del prelievo. «Ci si reca al Poliambulatorio Gardella e a quel punto verrà effettuato il prelievo. Oltre agli esami del sangue, verranno esaminate le urine e si potrà consegnare una provetta con l’acqua del rubinetto di casa».

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Il progetto

Chi partecipa al progetto verrà sottoposto a misurazioni di pressione e frequenza cardiaca, prelievi di sangue e raccolta di campioni di urina e acqua potabile domestica. Vengono chiesti dettagli sulla storia lavorativa, residenziale e sanitaria, oltre alle abitudini alimentari e stili di vita.

«I campioni verranno analizzati dall’Università del Piemonte Orientale: una parte servirà per esami biochimico-clinici gratuiti – si legge sul sito dell’Azienda ospedaliera – Il materiale biologico potrà essere conservato nella Biobanca del Dairi, il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione della stessa Aou Al. Il progetto Scenarios, coordinato dal professor Francesco Dondero (associato di Ecologia presso il Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica di Alessandria), è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020 e coinvolge 19 partner da 11 Paesi. La responsabile scientifica dello studio epidemiologico è la dottoressa Marinella Bertolotti del Dairi, in collaborazione con il Comune di Alessandria».

Selezione casuale

A giugno, utile ricordarlo, erano state inviate 150 delle 300 lettere previste per gli alessandrini, selezionati casualmente e stratificati per età, genere e residenza. I risultati aggregati saranno diffusi tramite report scientifici e pubblicazioni, mentre i singoli esiti biochimici saranno comunicati direttamente ai partecipanti, con l’invito a discuterli con il proprio medico.

Ma c’è un aspetto che non convince: «Perché ci è stato detto che non potremo avere i risultati scritti dell’eventuale presenza di Pfas? Aderiamo al progetto, ma vogliamo sapere cosa abbiamo nel sangue…».

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