Uccise la compagna con 45 fendenti: in Appello pena ridotta a 19 anni
Cronaca
Monica Gasparini  
24 Settembre 2025
ore
19:01 Logo Newsguard
Il processo

Uccise la compagna con 45 fendenti: in Appello pena ridotta a 19 anni

L’udienza si è tenuta questa mattina. Paolo Riccone era stato condannato davanti alla Corte d'Assise alessandrina a 22 anni di carcere. Il delitto nel 2023 a Incisa Scapaccino

INCISA SCAPACCINO – Ha ucciso la compagna con 45 coltellatePaolo Riccone – difeso dall’avvocato Federica Falco (del foro di Alessandria) – ha affrontato questa mattina il processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, 1ª Sezione. I giudici hanno riformato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena a 19 anni.  Il 19 luglio 2024 era stato condannato a 22 anni di carcere.

Riccone accoltellò a morte la compagna Floriana Floris con 45 fendenti nella loro casa di Incisa Scapaccino: era il 7 giugno 2023.

Il difensore attenderà le motivazioni della decisione per capire i motivi che hanno portato alla riduzione della pena per poi decidere se presentare ricorso in Cassazione. Una sentenza che l’avvocato Falco considera più vicina all’equità che aveva invocato in primo grado.

Il processo alessandrino

La Procura alessandrina, rappresentata dal sostituto procuratore Eleonora Guerra, aveva chiesto per l’imputato 24 anni di carcere. Questo, al termine di una requisitoria che ha ripercorso le fasi cruenti ed efferate dell’aggressione, risultata fatale per la 49enne. Un omicidio, aveva specificato il Pm, commesso da un uomo che non ha saputo gestire l’intenzione di lei di lasciarlo.

«Ventidue anni con le attenuanti generiche in prevalenza è veramente una pena alta, direi esemplare – aveva commentato a caldo il difensore Federica Falco, che a breve rappresenterà la difesa in Appello -. Visto il comportamento processuale e il risarcimento del danno mi aspettavo che la pena venisse contenuta entro limiti più bassi».

«Sono pentito»

Prima che la Corte di Alessandria si ritirasse in Camera di consiglio, l’imputato aveva reso spontanee dichiarazioni. «Sono pentito per il terribile gesto commesso». La famiglia della vittima è stata risarcita ed è uscita dal procedimento.

Riccone, con voce fioca, aveva parlato per la prima volta, rivolgendosi ai famigliari di Floriana. «Mi dispiace e so bene che queste scuse non bastano. E nemmeno la somma che ho pagato per il risarcimento restituirà mai Floriana ad Alice (la figlia della vittima), a Fabio (il fratello) e a sua mamma».

«Ho provato sulla mia pelle – aveva continuato – a perdere prematuramente una persona cara (il riferimento di Riccone era andato alla moglie, ndr) e il dolore non mi ha mai lasciato. Anche per questo, non so veramente spiegare come possa aver pensato e, ancora peggio, come possa aver agito in quel modo. È stato inaccettabile e per questo so di essere qui per pagare il mio debito con la giustizia. Diverso è il debito che ho con i parenti di Floriana, perché so che non potrò mai saldarlo, qualsiasi cosa io dica o faccia».

«Ventidue anni sono sempre troppo pochi – aveva sostenuto il fratello della vittima -. Abbiamo comunque tutti perso, la storia è terribile. Floriana non c’è più e a settembre avrebbe compiuto 50 anni».

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