Ottobre Alessandrino: Cecilia Sala e il suo viaggio nel cuore del Medio Oriente
La giornalista ha incontrato il pubblico nella sala di Cultura e Sviluppo per raccontare il suo nuovo libro, reportage narrativo tra Israele, Palestina e Iran
ALESSANDRIA – Nella cornice dell’Ottobre Alessandrino, oggi la giornalista Cecilia Sala è stata ospite nella sala di Cultura e Sviluppo ad Alessandria per presentare il suo nuovo libro “I figli dell’odio”. Un incontro che ha richiamato numerosi partecipanti, incuriositi dal racconto di una delle voci più attente alle dinamiche internazionali e alle fratture che attraversano il Medio Oriente.
Il libro parte da immagini forti e quotidiane: ragazze ebree minorenni a Hebron che sventolano striscioni contro i matrimoni misti, adolescenti palestinesi a Tulkarem che preparano i fucili con le foto degli amici caduti. E poi ancora giovani iraniani a Teheran che piangono i parenti giustiziati dal regime e guardano con timore e speranza agli attacchi dello Stato ebraico.
Tre contesti diversi, ma legati dallo stesso filo conduttore: un profondo scontro generazionale che segna Israele, Palestina e Iran. Sala racconta questo conflitto entrando nei check-point, nei raid, nelle case dei leader e delle vittime.
Le testimonianze raccolte
Il libro raccoglie interviste a figure di primo piano: Hossein Kanaani, tra i fondatori dei pasdaran; Ronen Bergman, giornalista premio Pulitzer, che evidenzia il fallimento di Israele nel contenere l’estremismo interno; Imad Abu Awad, analista palestinese che non vede più prospettive nella diplomazia e neppure nella guerra tradizionale.
Un ritratto del Medio Oriente
“I figli dell’odio” diventa così un ritratto umano, rigoroso e necessario: da una parte i pacifisti israeliani che si sentono impotenti, dall’altra i giovani coloni più radicali che mai; in Palestina, padri che credono ancora nella diplomazia e figli che imbracciano i fucili; in Iran, ragazze senza velo che sfidano le telecamere trasformandosi in simbolo di un cambiamento sociale profondo.
Un libro che mette insieme voci, contraddizioni e speranze di un Medio Oriente che cambia sotto i nostri occhi, mentre il mondo guarda altrove. E che Cecilia Sala ha raccontato anche ripercorrendo, nel finale, i giorni trascorsi in carcere in Iran.