Industria piemontese: nel II trimestre 2025 crescita moderata (+1,2%), ma pesano le incertezze
A trainare l’economia regionale servizi e turismo. Bene aerospazio e alimentare, in calo i metalli e le Pmi. Novara e Torino le province più dinamiche
TORINO – Il Piemonte chiude il secondo trimestre 2025 con una variazione positiva dell’1,2% della produzione industriale rispetto allo stesso periodo del 2024. In controtendenza con il dato nazionale in lieve flessione. Il Pil regionale segna +0,2% a fronte di un calo dello 0,1% in Italia, grazie soprattutto al traino di servizi e turismo.
Il fatturato complessivo cresce dell’1,9%, spinto dalle esportazioni (+4,0%), mentre gli ordinativi aumentano del 2,3% (domestici +2,0%, esteri +2,9%). Cresce anche l’utilizzo degli impianti, salito al 64,3% contro il 62,7% del 2024.
I settori
I comparti più dinamici sono:
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Mezzi di trasporto (+4,7%), grazie all’aerospazio.
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Alimentare e bevande (+4,1%), in continuità con i trend positivi.
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Meccanica (+2,1%), legno e mobile (+1,5%), chimica e plastica (+1,4%).
Piccoli segnali positivi anche per elettronica (+0,6%) e tessile (+0,2%), che interrompe un lungo ciclo negativo. Unico comparto in flessione i metalli (-1,9%).
La crescita è stata trainata dalle grandi imprese (+5,8%), seguite dalle micro (+1,5%). Stabili le piccole (-0,1%) e le medie (-0,2%), segno di una difficoltà strutturale del tessuto delle Pmi.
Le province
Le migliori performance arrivano da Novara (+2,4%), sostenuta da metalmeccanico e alimentare, e Torino (+1,8%), grazie a meccanica, alimentare e trasporti. Incrementi più contenuti per Cuneo (+0,8%), Alessandria (+0,7%) e Asti (+0,6%), mentre Verbano-Cusio-Ossola e Biella chiudono a +0,3%. Vercelli resta stabile.
Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, parla di «risultato frutto della tenacia delle imprese. E della necessità di sostenere investimenti in innovazione e internazionalizzazione». Paola Garibotti (UniCredit) sottolinea invece “il ruolo del credito e del supporto alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Con nuovi finanziamenti alle imprese del Nord-Ovest pari a 817 milioni nei primi sei mesi (+51%)”.
Andrea Perusin (Intesa Sanpaolo) richiama infine “la centralità della transizione green e tecnologica e gli accordi siglati con Simest, Sace e ICE per l’internazionalizzazione”.
Nonostante il segno positivo, insomma, le imprese piemontesi manifestano preoccupazioni per l’evoluzione del contesto internazionale e per la debolezza delle Pmi.