I Comitati alessandrini ‘No Pfas’ incontrano l’onorevole Guarda: “Dobbiamo fare rete”
L'europarlamentare veneta ha preso atto dei sentimenti della popolazione, che chiede alla politica di non voltarsi dall'altra parte
SAN MICHELE – I Comitati alessandrini ‘No Pfas’ hanno fotografato ancora una volta la situazione della Fraschetta. Lo hanno fatto con l’europarlamentare Cristina Guarda di ‘Verdi/Ale’. È proprio grazie ai cittadini che la deputata di Strasburgo ha potuto iniziare a comprendere la complessa realtà alessandrina. Una richiesta su tutte: gruppi e comitati chiedono alle amministrazioni locali e alla politica di non voltarsi dall’altra parte quando si affronta la questione dell’inquinamento da Pfas. E, più in generale, il mix di sostanze velenose che nel corso dei decenni passati ha provocato un “disastro ambientale innominato“, come sancito dalla Corte di Cassazione nel 2019.
Gli attivisti della zona erano tutti presenti. Dal Comitato Stop Solvay al gruppo Vivere in Fraschetta, fino a Medicina Democratica e Legambiente. Spiegato lo stato delle cose, ora si punterà a fare rete. E poi l’affondo: interrompere l’esposizione ai Pfas (una famiglia di migliaia di composti chimici sintetici, noti per le loro proprietà di rendere le superfici resistenti a grassi e acqua e per la loro elevata stabilità termica e chimica).
Come si sta muovendo l’Europa sul fronte Pfas? L’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche che aveva mandato di analizzare la richiesta di bando dei Pfas dal commercio e dalla produzione in Europa, ha annunciato la suddivisione della restrizione in Ue. E ha escluso dal processo di valutazione le otto categorie di utilizzo aggiunte nell’ultima proposta presentata dalle autorità.