Occupazione in calo in Piemonte: 30.270 assunzioni previste a ottobre, ma il 47% delle figure non si trova
Diminuiscono le opportunità rispetto al 2024, soprattutto nei servizi e nell’industria. Operai specializzati e laureati in ambito medico-sanitario tra i profili più richiesti ma difficili da trovare
TORINO – Sono 30.270 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi per il mese di ottobre 2025. Un dato che sale a 77.600 per l’intero trimestre ottobre-dicembre, ma che segna un calo del 7% rispetto a un anno fa. Il quadro emerge dal Bollettino Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, nell’ambito del Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.
La flessione riguarda tutti i principali comparti produttivi – industria, servizi e agricoltura – e riflette un indebolimento della domanda di lavoro rispetto al 2024. Nonostante ciò, quasi una figura su due (47%) è di difficile reperimento, a causa della carenza di candidati idonei o della loro preparazione non adeguata.
Su scala nazionale, le assunzioni previste per ottobre sono circa 520mila, in calo di 11mila unità rispetto all’anno precedente. Il Piemonte pesa per il 5,8% del totale italiano, confermandosi una delle regioni più dinamiche del Nord Ovest, dove si concentra il 21,8% delle opportunità di lavoro complessive.
I settori trainanti e la composizione delle imprese
Il settore dei servizi continua a rappresentare la fetta più ampia della domanda, con 20.440 assunzioni previste (67,5%), anche se in diminuzione di circa 1.300 unità su base annua. Seguono industria con 8.750 ingressi (28,9%) e settore primario con 1.080 contratti, in lieve crescita rispetto al 2024.
Nel dettaglio dei comparti, turismo e ristorazione guidano con 4.830 assunzioni, seguiti da commercio (4.480) e servizi alla persona (4.180). Tra le attività industriali, le costruzioni restano rilevanti con una quota pari all’8,6%.
La maggior parte della domanda di lavoro arriva da micro e piccole imprese (58,4%), seguite da realtà di medie dimensioni (18,1%) e grandi aziende (23,5%). Il 79% dei contratti sarà per lavoratori dipendenti, mentre il 27% delle assunzioni prevede forme stabili come tempo indeterminato o apprendistato.
Giovani e professionalità più richieste
Poco più di un’assunzione su tre (34,6%) riguarderà giovani sotto i 30 anni, mentre nel 22% dei casi le imprese prevedono di impiegare lavoratori immigrati. Il 61,8% delle posizioni richiede esperienza specifica nel settore, e oltre il 23% dei neoassunti sarà chiamato a proporre soluzioni creative o innovative.
Le aree funzionali più coinvolte sono la produzione di beni e servizi (44%), seguita da vendite e commercio (17%), progettazione tecnica (16%) e logistica (14%). Tra i profili più richiesti ma difficili da trovare spiccano operai specializzati e conduttori di impianti (58,6%), insieme a dirigenti e tecnici altamente qualificati (50,4%).
I profili più difficili da reperire
Le difficoltà di reperimento sono elevate in diversi ambiti:
-
Fonditori, saldatori, lattonieri e montatori di carpenteria metallica: 76,3% di difficoltà.
-
Meccanici e manutentori di macchine fisse o mobili: 73,6%.
-
Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni: 63,9%.
-
Tecnici della salute: 60,3%.
-
Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali: 77,6%.
-
Operatori della cura estetica: 58,6%.
Nel complesso, le professioni qualificate nei servizi e nei settori tecnici e produttivi sono quelle che registrano il maggiore mismatch tra domanda e offerta, con una media del 47% a livello regionale, in linea con la media nazionale (46,8%).
I titoli di studio più richiesti e il mismatch formativo
L’analisi per titolo di studio evidenzia come le imprese piemontesi facciano sempre più fatica a trovare laureati e diplomati Its. Il tasso di difficoltà raggiunge il 63,8% per i profili Its e il 48,4% per quelli universitari, con picchi per gli indirizzi medico e odontoiatrico (84%) e chimico-farmaceutico (72,6%).
Tra i diplomati, i percorsi tecnici industriali e di manutenzione (68,7%), insieme a turismo ed enogastronomia (65,9%), sono tra i più richiesti e difficili da coprire. Le qualifiche professionali legate ai settori benessere (75,4%) ed edilizia (72,2%) mostrano un’elevata carenza di manodopera qualificata.
Complessivamente, il mercato del lavoro piemontese conferma la presenza di una forte domanda di profili tecnici e specializzati, ma anche una crescente difficoltà di incontro tra le competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dai lavoratori, soprattutto nei settori a più alto contenuto tecnologico e sanitario.