Alessandria e Quargnento: due cerimonie per ricordare Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonino Candido
Cronaca
Monica Gasparini  
5 Novembre 2025
ore
18:16 Logo Newsguard
La commemorazione

Alessandria e Quargnento: due cerimonie per ricordare Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonino Candido

I tre Vigili del fuoco persero la vita il 5 novembre 2019 nell'esplosione della magione dei coniugi Vincenti

ALESSANDRIA – A Quargnento il tempo sembra non cancellare nulla. Ogni anno, in questo giorno, la memoria torna a quella magione esplosa sotto il peso di sette bombole di gas collegate a un innesco e dove morirono tre Vigili del Fuoco: Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonino Candido. Non solo una cerimonia, ma il segno tangibile che una comunità non dimentica chi ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro.

I vigili del fuoco morti nell’esplosione. Da sinistra, Matteo Gastaldo, Antonino Candido e Marco Triches

Questa mattina la celebrazione si è svolta a Quargnento, nella parrocchia del paese dove il 5 novembre 2019 si verificò la tragedia. Proprio ora, invece, Vigili del fuoco e autorità sono raccolte per una cerimonia religiosa nella parrocchia della Madonna del Suffragio, in corso IV Novembre ad Alessandria, officiata da don Augusto Piccoli, delegato dal vescovo e cappellano dei Vigili del Fuoco.


La notte che sconvolse il mondo del soccorso

Quella notte, il mondo del soccorso alessandrino fu sconvolto dalla telefonata del carabiniere Roberto Borlengo che chiedeva aiuto con l’angoscia nel cuore, sotto una coltre di macerie, mano nella mano con il caposquadra dei Vigili del Fuoco Giuliano Dodero, anche lui sommerso dai detriti dall’abitazione dei coniugi Vincenti. Entrambi rimasero seriamente feriti.

Mentre la macchina dei soccorsi si metteva in moto, si fece strada la drammatica certezza che tre pompieri non erano sopravvissuti alla devastante deflagrazione: i corpi di Marco Triches e Antonino Candido furono recuperati nella notte, mentre per Matteo Gastaldo ci volle più tempo. Fu dichiarato disperso fino al mattino.

Indagini dolorose

In quel cortile illuminato a giorno dalle fotoelettriche dei camion dei pompieri, mentre i soccorritori scavavano per soccorrere i feriti, c’era chi stava già indagando. Bisognava capire chi aveva provocato l’esplosione. Di chi era la mano che posizionò quelle sette bombole, aprendo il gas nelle due strutture.

Furono indagini lampo. Tre giorni dopo, al Comando dei Carabinieri, Giovanni Vincenti crollò e confessò di aver messo quelli che sarebbero poi diventati ordigni. Perché? L’obiettivo era truffare l’assicurazione.

Furono proprio i coniugi Vincenti, sommersi dai debiti, ad escogitare la folle azione per far sì che l’assicurazione (stipulata due mesi e mezzo prima) pagasse i danni.

Le ripercussioni giudiziarie contro i due si sono chiuse definitivamente l’8 giugno 2022 in Corte d’Assise d’Appello a Torino: i giudici – accogliendo la proposta di concordato – hanno condannato lui a 27 anni di carcere e lei a 26 anni e 11 mesi.

 

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