Morte Pio Rinaldi: ora l’autopsia affidata a un medico legale e a un’antropologa forense
Il 23 novembre la Procura affiderà l'incarico per capire la natura del decesso. L'esame verrà eseguito il 1° dicembre. Secondo il fratello dell'81enne “il filo conduttore di questa storia è stato il pregiudizio”
ALESSANDRIA – Sarà ora l’autopsia a dover chiarire la causa della morte di Pio Rinaldi, l’81enne di Lu e Cuccaro i cui resti sono stati trovati sabato in un boschetto tra Solero e Felizzano. L’uomo era scomparso dal 18 aprile scorso. Il 23 novembre, la Procura di Alessandria conferirà l’incarico al medico legale Stefano Tambuzzi e all’antropologa forense Francesca Magli. L’esame è previsto il 1° dicembre, a Milano.
Era stato il figlio di Pio, Pietro, a dare l’allarme nel pomeriggio del Venerdì santo. Il padre non aveva fatto ritorno a casa per pranzo e non aveva assunto le solite pastiglie. A mezzogiorno del 18 aprile, la sua auto era stata vista in un’azienda di Quargnento. L’uomo stava chiedendo informazioni di dove fosse il paese, segno probabilmente che la sua mente era confusa. Poi più nulla. Un testimone sostiene di averlo visto scendere verso Quargnento alla guida della sua Fiat Panda rossa, erano le 19.30. Ma il tempo di Pio Rinaldi, per famigliari e Carabinieri, si ferma lì. Nelle ore e nei giorni successivi solo le ricerche.
L’attività dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale non aveva dato esito. Poi, dopo qualche giorno, l’auto dell’anziano era stata trovata in una zona di campagna, tra Solero e Felizzano. Attivate ricerche anche con i cani molecolari, che però non hanno dato esito.
La svolta sabato scorso, quando un cacciatore ha trovato dei resti. Ieri, mercoledì 19 novembre, i fratelli lo hanno riconosciuto dagli indumenti.
“Una storia nata dal pregiudizio”
Le indagini ora dovranno chiarire la natura del decesso. I famigliari in questi mesi si sono rivolti agli avvocati Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino proprio per seguire l’evoluzione dei fatti. Secondo il fratello di Pio Rinaldi “il filo conduttore di questa storia è stato il pregiudizio”.
Lo scorso settembre Pietro, il figlio di Pio, è morto nella cascina dove viveva col padre per le ustioni che si è procurato con la benzina.