Ex Ilva, i vescovi di Genova e Tortona: “Ripensare il piano”
Società
Dino Frambati  
21 Novembre 2025
ore
18:03 Logo Newsguard
L'appello

Ex Ilva, i vescovi di Genova e Tortona: “Ripensare il piano”

Tasca e Marini chiedono uno stop al depotenziamento degli impianti di Cornigliano e Novi: “Serve un piano industriale credibile”

“Andare in questa direzione pregiudica il futuro e non sembra avere una logica industriale”.  Lo affermano i vescovi di Genova e Tortona, Marco Tasca e Guido Marini intervenendo sulla drammatica situazione delle acciaierie ex Ilva, che mette a grave rischio oltre un migliaio di persone tra Cornigliano e Novi Ligure.

Lo fanno con una nota congiunta e firmata da entrambi, tanto nobile ed attenta ai lavoratori, quanto determinata e forte, dove indicano a chi su questa vicenda deve decidere di ritenere “necessario un ripensamento e l’inserimento delle future decisioni in un contesto di piano industriale nazionale credibile”.

Si rifanno a Papa Leone XIV e quanto detto dal Pontefice per il Giubileo del mondo del lavoro: “Il lavoro deve essere una fonte di speranza e di vita, che permetta di esprimere la creatività dell’individuo e la sua capacità di fare del bene. Pertanto, auspico un impegno collettivo, da parte delle istituzioni e della società civile, per creare valide opportunità occupazionali che offrano stabilità e dignità”.

Citazione che spiega quanto la Chiesa sia apprensiva sulla vicenda e vicina ai lavoratori e come Tasca e Marini custodiscano “nel cuore le parole del Santo Padre”. Soprattutto dopo aver appreso “con grande sorpresa l’ipotesi ventilata il 18 novembre scorso dal Governo ai Sindacati di fermare la produzione nei siti del Nord di Acciaierie d’Italia”.

Ex Ilva, le due Diocesi vicine alle famiglie

“La vicinanza e la presenza costante in questi ambienti di lavoro – confermano i due presuli – ci hanno permesso di capire che non sussistono motivazioni per un depotenziamento dei due siti e per prolungare l’incertezza nella quale da molto tempo vivono i lavoratori”.

“Gli impianti presenti, infatti – insistono l’arcivescovo di Genova e il vescovo di Tortona – rimangono concorrenziali e le produzioni, anche per la loro indiscussa qualità, hanno mercato”.

Il pensiero delle due Diocesi va pure verso le famiglie: “le migliaia di famiglie su cui questa decisione avrà impatto richiedono la nostra attenzione”. “L’inevitabile mancato rispetto dei contratti in essere avrà conseguenze economiche e di immagine e comprometterà le possibilità di vendita dell’azienda”, conclude la nota vescovile.

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