“Giustizia per Valerio”, morì dopo fuga da struttura: appeso striscione in tribunale
Si allontanò dalla comunità di Frassineto Po, ritrovato privo di vita ai bordi della provinciale per Casale. Sotto accusa in dieci per il decesso di Valerio Miceli
VERCELLI – “Giustizia per Valerio”. È lo striscione esposto oggi davanti al tribunale di Vercelli – riporta l’Ansa di Vercelli – in occasione dell’apertura dell’udienza preliminare per la morte di Valerio Miceli, un trentenne fuggito dalla comunità psichiatrica di Frassineto Po all’inizio dell’estate 2024, poi ritrovato morto ai bordi della provinciale che collega il paese a Casale, all’altezza dell’autostrada.
La morte era avvenuta a causa di un’insufficienza cardiorespiratoria.
L’accusa: “Cooperazione in omicidio colposo”
Per i dieci imputati l’accusa è cooperazione in omicidio colposo: queste persone, tra cui medici, educatori e soccorritori, avrebbero tenuto una condotta negligente che avrebbe portato il giovane al decesso. Dopo la fuga dalla comunità in cui era ospitato, le ricerche di Miceli si erano concluse con il ritrovamento, da parte della protezione civile, del corpo del 30enne riverso in un campo.
Oggi, davanti al tribunale di Vercelli, erano presenti alcuni familiari del giovane con lo striscione: “Chiediamo che ci sia giustizia per il nostro Valerio”, hanno detto (e riportato da Ansa). La vita del trentenne era stata segnata da anni di terapie psichiatriche e residenze in comunità specializzate.