Astensionismo, il fattore età pesa sempre di più sul voto
In Piemonte gli over 65 sono il 26,6%: cresce la quota di elettori impossibilitati a votare
TORINO – Il calo della partecipazione elettorale in Italia è sotto gli occhi di tutti, ma dietro i numeri dell’astensionismo si cela anche una dinamica poco discussa: il peso del dato demografico. In un Paese sempre più anziano, aumenta la fascia di popolazione che non vota non per scelta, ma per impossibilità fisica o oggettiva.
Se la partecipazione alle urne era stabile oltre il 90% fino agli anni Settanta, e ancora sopra l’80% fino al 2008, negli ultimi anni si è verificato un crollo verticale: 63,9% alle politiche del 2022, 49,7% alle europee del 2024, 37,2% alle regionali del Lazio e tra 41,7 e 50% nelle altre consultazioni regionali del 2025.
Invecchiamento e astensionismo: un legame diretto
L’Ufficio comunicazione dell’Unsic, sindacato datoriale attivo a livello nazionale, ha analizzato il fenomeno integrando dati Istat, Inps, Inail e Censis. Ne emerge un quadro chiaro: il peso dell’età incide fortemente sul dato dell’astensionismo, modificandone la lettura.
«C’è chi non vuole votare, ma c’è anche chi non può votare», osserva Giampiero Castellotti, responsabile comunicazione di Unsic.
In Italia, l’indice di vecchiaia è passato da 131,7 del 2002 a 207,6 nel 2025. L’età media si è alzata da 41,9 a 46,8 anni. La percentuale di over 65 è cresciuta dal 18,7% al 24,7%, ma incide per il 30% sul corpo elettorale.
Il caso Piemonte: più anziani, più esclusi
In Piemonte, la percentuale di ultrasessantacinquenni è cresciuta dal 20 al 26,6%. La provincia più anziana è Biella, con il 30,3% di over 65. Seguono Verbano-Cusio-Ossola (49,6 anni di età media) e Alessandria (49,4). La media regionale è 48,1 anni, con valori minimi a Cuneo (46,8) e Novara (47,3), in linea con Torino (47,9), Asti (48,4) e Vercelli (48,9).
Collegato all’invecchiamento è l’aumento della disabilità, che limita ulteriormente la partecipazione al voto. In Piemonte sono 209mila i cittadini con gravi limitazioni funzionali.
Secondo l’Inps, le prestazioni per disabili sono raddoppiate in Italia in vent’anni: da 1,7 a 3,4 milioni. Oggi si contano 2,5 milioni di invalidi civili e 630mila parziali.
«Quasi il 6% della popolazione è colpito da forme di invalidità – spiega Domenico Mamone, presidente Unsic –. L’Istat rileva quasi 3 milioni di italiani con limitazioni gravi e oltre 9 milioni con limitazioni non gravi. Questo si traduce in circa il 4-5% dell’elettorato impossibilitato a votare, percentuale destinata a salire con l’invecchiamento della popolazione».
Molti di questi cittadini, pur potendo teoricamente accedere a supporti e votare assistiti, rinunciano comunque a recarsi alle urne, contribuendo a un astensionismo “strutturale” non legato al disinteresse politico.