Ovada, maxi progetto sull’Orba punta alla sicurezza sul greto
Dopo i rischi dell'alluvione 2021
OVADA – Ripropone le immagini dei danni ingenti patiti in quel devastante lunedì 4 ottobre 2021 la relazione idraulica sulla quale si basa il progetto per la riqualificazione del greto dell’Orba. L’obiettivo è la mitigazione del rischio idrogeologico e la protezione delle aree più esposte. Nei giorni scorsi è stata avviata la conferenza dei servizi che avvicina la fase vera e propria dei lavori. Il finanziamento ammonta a 2 milioni di euro, ottenuto dalla passata amministrazione tra 2022 e 2023.
La spesa dei tre lotti si aggira sui 6 milioni di euro. «Gli interventi in progetto – si legge nella relazione preparata dal progettista, l’ingegner Sergio Sordo di Alba – non mirano ad ottenere la completa minimizzazione del rischio idraulico per un determinato tempo di ritorno, bensì un miglioramento delle condizioni di deflusso attuale del torrente Orba». Il progettista si avvale della collaborazione dell’ingegnere ovadese Monica Boccaccio.
I fatti li ricordiamo tutti. Le piogge straordinarie della notte precedente all’esondazione, proseguite per tutto il mattino, provocarono l’esondazione del torrente. Le aree più colpite furono quattro: la Rebba, in corrispondenza della sede di Econet, il Geirino, regione Carlovini e l’area del Borgo. Per effetto del riflusso delle acque della confluenza a pagare il prezzo del rigonfiamento dello Stura fu anche regione Brizzolesi.
Periodo difficile
Nei giorni successivi i tecnici accertarono l’erosione della sponda dell’Orba all’altezza del ponte di San Paolo e i danni provocati oltre la Veneta. «L’idea progettuale – prosegue la relazione – consiste nella realizzazione di setti delimitatori in corrispondenza della sponda destra (di altezza massima dal piano campagna dell’ordine dei 2.50-3.00 m) in concomitanza con lo scavo di volumi di laminazione a tergo dei medesimi. Tali setti sono stati studiati in maniera tale da risultare sormontabili per portate di poco inferiori a tempi di ritorno sui 200 anni ottenendo l’ottimizzazione del taglio del colmo di piena».
Previsti anche la ricalibratura in alveo in zone locali di sovralluvionamento, il completamento funzionale di brevi tratti discontinui dei rilevati golenali esistenti, la regolarizzazione spondale con un incremento massimo della quota di 50 centimetri.
Tutto questo dovrà servire a mettere al riparo, per quanto possibile, per altri eventi straordinari che negli ultimi anni si sono fatti più frequenti. Nell’ottobre 2021 il torrente Orba all’idrometro di Tiglieto fece registrare un livello al colmo di 6,63 metri, valore massimo della serie storica; la piena mantenne il suo carattere di eccezionalità anche più a valle superando i riferimenti storici del 2014 a Basaluzzo con 3,82 metri contro 3,74 metri, e del 2019 a Casalcermelli con 7,61 metri contro 7,5 metri.
Tutta la fascia appenninica al confine tra le due regioni fu oggetto di precipitazioni senza precedenti. In città a pagare il prezzo furono alcuni simboli della nostra economia come Ormig e Vezzani, le cucine di Camst, collocate sempre in regione Carlovini, la sede operativa di Econet e il polisportivo Geirino. A acqua e fango invasero anche altre piccole realtà produttive che si trovarono nei mesi successivi di fronte al dilemma se ripartire o ricollocarsi in aree più sicure. I lavori, una volta incassate le autorizzazioni necessarie, saranno divisi in tre lotti.