Tempi lunghi al Pronto Soccorso, Ravetti: «Situazione grave»
Il Pronto soccorso dell'ospedale di Alessandria
Politica
Redazione  
3 Dicembre 2025
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Alessandria

Tempi lunghi al Pronto Soccorso, Ravetti: «Situazione grave»

«Non basta la dedizione del personale, occorrono miglioramenti concreti»

ALESSANDRIA – «I numeri dell’ospedale SS. Antonio e Biagio – dichiara Ravetti – parlano da soli: il 18,2% dei pazienti resta in Pronto Soccorso per almeno 8 ore. Siamo al terzultimo posto tra gli ospedali universitari italiani. È una bocciatura senza attenuanti». Così Domenico Ravetti, commenta i dati pubblicati da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).

Accanto al dato sulle lunghe attese, preoccupa anche la percentuale di abbandoni prima della visita medica, pari al 6,5%. Ravetti insiste: «È un altro segnale che qualcosa non funziona. Le persone non aspettano più: rinunciano a essere visitate. Questo dovrebbe far riflettere».

L’esponente regionale rimarca anche il valore umano del personale sanitario: «Come familiare di pazienti – spiega – ho vissuto da vicino la realtà del Pronto Soccorso alessandrino. So quanto il personale sia competente e impegnato. Ma la loro dedizione, per quanto encomiabile, non può sopperire alle carenze strutturali e organizzative».

Ravetti alla Giunta: «Risposte subito»

La richiesta del vicepresidente è chiara: «La Giunta regionale non può più ignorare questa situazione. Non bastano le rassicurazioni o gli annunci: servono interventi, riforme e investimenti mirati». E aggiunge: «Di fronte a questi numeri, le risposte devono arrivare presto e devono essere concrete».

Il caso dei tempi lunghi al Pronto Soccorso di Alessandria rappresenta, secondo Ravetti, «una cartina di tornasole dello stato generale della sanità piemontese». Le criticità del sistema emergono con forza, specialmente nelle aree di emergenza-urgenza, dove «l’attesa può diventare un rischio».

«Dobbiamo evitare – conclude – che la sanità pubblica perda la fiducia dei cittadini. E ciò passa da risultati misurabili, non solo da buone intenzioni».

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