Piemonte, crescita solida ma pesa l’invecchiamento
Occupazione in aumento, disoccupazione in calo e Pil in aumento: ma l’indice di vecchiaia continua a salire
TORINO – Secondo la terza edizione del rapporto “Le cifre chiave del Piemonte 2025” pubblicato da Unioncamere Piemonte, la regione si conferma su un percorso di crescita solida, trainata da occupazione, Pil in espansione e una ritrovata vitalità demografica, pur connotata da un persistente squilibrio generazionale.
Il documento, presentato a Torino al Grattacielo della Regione, offre una fotografia aggiornata del contesto socio-economico piemontese.
Cresce la popolazione, ma resta il nodo dell’età
A fine 2024, il Piemonte contava 4.255.702 residenti, circa 4.000 in più rispetto all’anno precedente. Per il secondo anno consecutivo, si arresta il calo demografico iniziato nel 2013. Tuttavia, la crescita è dovuta esclusivamente al saldo migratorio positivo (+7,5‰), mentre la crescita naturale resta negativa (-6,6‰).
Preoccupa l’indice di dipendenza degli anziani, che raggiunge il 42,6%, con 232 anziani ogni 100 giovani sotto i 15 anni. Secondo Istat, entro il 2045 l’indice di vecchiaia potrebbe arrivare al 318%, delineando un quadro demografico sempre più sbilanciato.
Il mercato del lavoro piemontese ha mostrato segnali robusti di ripresa. Nel 2024 si sono registrati 1,854 milioni di occupati, con un incremento del 3% rispetto al 2023. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 69,0%, mentre la disoccupazione è scesa al 5,5% (dal 6,2% dell’anno precedente). Particolarmente positivo è il dato sugli inattivi, diminuiti di 34.000 unità, in controtendenza rispetto alla media nazionale.
Il Pil del Piemonte ha segnato una crescita del 2,9%, superando la media nazionale. Il valore della ricchezza prodotta si avvicina ai 161 miliardi di euro, pari al 7,1% del totale nazionale. La performance economica è stata favorita da settori come agricoltura, edilizia e servizi, mentre l’industria ha mostrato una lieve flessione. Il contributo della domanda interna è stato positivo, mentre quello della domanda estera risulta negativo.
Intelligenza artificiale: adozione ancora limitata
Nel comparto manifatturiero piemontese, solo il 9% delle imprese utilizza attualmente l’intelligenza artificiale. Tuttavia, un ulteriore 8% prevede di adottarla entro un anno. Gli ostacoli principali sono: mancanza di conoscenza (61%), assenza di personale esperto (20%) e costi elevati (8%).
Pur con una diffusione contenuta, l’IA è percepita come uno strumento di efficienza e produttività. Per il 62% degli operatori, essa favorisce anche processi di reskilling e upskilling del personale.
Inserito nella macroregione del Nord Ovest insieme a Liguria e Valle d’Aosta, il Piemonte contribuisce a un PIL aggregato di 225 miliardi di euro (10,3% del totale nazionale) e un export di oltre 69 miliardi, pari all’11,1% dell’export italiano. Tuttavia, si registra una flessione delle imprese registrate (-0,6%).