Tutti i vincitori del Torino Film Festival 2025: la prossima edizione dedicata a Marilyn Monroe
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Barbara Rossi  
15 Dicembre 2025
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10:22 Logo Newsguard
Polvere di stelle

Tutti i vincitori del Torino Film Festival 2025: la prossima edizione dedicata a Marilyn Monroe

Si è chiusa la 43ª edizione del Torino Film Festival con il trionfo del regista olandese Morgan Knibbe e del suo “The Garden of Earthly Delights". La prossima edizione verrà dedicata al mito Marilyn Monroe nel centenario della nascita

Si è conclusa la  43esima edizione del Torino Film Festival, caratterizzata da una grande varietà di pellicole e tematiche differenti, con uno sguardo critico e attento sul presente e la stratificazione di realtà del mondo odierno. Il direttore artistico Giulio Base ha sottolineato che è stata «un’edizione memorabile non solo per i numeri, ma anche per la qualità dei film».

Da Torino nelle giornate del festival sono passati nomi illustri del cinema internazionale, da Antonio Banderas a Juliette Binoche e Jacqueline Bisset, da Spike Lee a Vincent Lindon e al nostro Sergio Castellitto, con dodici premi Stella della Mole consegnati. La retrospettiva è stata dedicata a Paul Newman nel centenario della nascita, mentre per l’edizione 2026 toccherà alla mitica Marilyn Monroe: «E’ una donna che si è fatta cinema, un’attrice diventata icona, un mito che ha oltrepassato la settima arte ascendendo a figura quasi sacra dell’immaginario collettivo», ha spiegato Base.

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Il TFF nel 2026 omaggia Marilyn Monroe

Il Concorso lungometraggi

La giuria – presieduta dalla sceneggiatrice Ippolita Di Majo e composta da Lolita Chammah (Francia), Wannes Destoop (Belgio), Sergei Loznitsa (Ucraina) e Giona Nazzaro (Italia) – ha assegnato il Premio per il miglior film a “The Garden of Earthly Delights” di Morgan Knibbe, la drammatica e brutale storia dell’undicenne Ginto e della sorella Asia, bambini sfruttati dentro la baraccopoli di Manila.

«Ha vinto un regista giovane e questo conferma che il TFF mantiene il legame con le sue origini», ha dichiarato il presidente Enzo Ghigo; mentre il direttore del Museo del Cinema Carlo Chatrian ha aggiunto: «Per dieci giorni abbiamo viaggiato con le visioni che i cineasti ci hanno portato dal mondo. Il cinema per me è stato un’occasione di scoperta e la città di Torino è stata il luogo dal quale questo viaggio è partito».

«Per come la vedo io, viviamo in un’economia globale in cui i corpi vengono sfruttati, sia nelle fabbriche che sfruttano il lavoro di tantissime persone con salari bassissimi, sia nelle miniere, nelle piantagioni o nei bordelli. Alla ricerca del costo del lavoro più basso possibile, le multinazionali continuano a fare leva sui più vulnerabili, sfruttando risorse e dissanguando le ex colonie, mentre le persone in Occidente godono di una ricchezza sproporzionata. È per questo che ho iniziato a scrivere “The Garden of Earthly Delights”, cecando di spingere il pubblico a riconoscere e accettare l’umanità di chi è stato disumanizzato per secoli. Il film invita il pubblico a confrontarsi con una storia che troppo spesso abbiamo scelto di ignorare», ha affermato il regista olandese Knibbe.

Il Premio speciale è andato a “Ida Who Sang So Badly Even the Dead Rose Up and Joined Her in Song” di Ester Ivakič, mentre la Miglior sceneggiatura è risultata quella di “Ailleurs la nuit” di Marianne Métivier.  Per le migliori performance sono stati premiate le attrici Sadie Scott (“Fucktoys”) e Maria Wróbel (“Que ma volonté soit faite”).

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“The Garden of Hearthly Delights”, film vincitore del TFF 2025

Il Concorso documentari e cortometraggi

La giuria del Concorso documentari – presieduta da Giovanna Gagliardo e composta da Orkhan Aghazadeh e Gianluca e Massimiliano De Serio –  ha premiato “Seeds” di Brittany Shyne, «per la capacità di raccontare per immagini potenti la vita quotidiana di una comunità, costretta a subire l’ipocrisia delle parole delle leggi»: la pellicola racconta la vita e gli sforzi quotidiani di tre generazioni diverse di agricoltori afroamericani. Il Premio speciale è andato a “Coexistence, My Ass!” di Amber Fares «per come attraverso l’ironia si possa raccontare la complessità di una tragedia», con particolare riferimento al tema delle disuguaglianze e al conflitto israelo-palestinese.

“Bobò” di Pippo Delbono – il racconto dell’amicizia tra il regista e un uomo sordomuto, analfabeta e microcefalo, vissuto per 46 anni nel manicomio di Aversa e poi divenuto suo stretto collaboratore e straordinario interprete –  ha, invece, ricevuto la Menzione speciale, per la quale la giuria ha sottolineato: «Siamo grati alla saggezza che c’è nella follia». Per la sezione cortometraggi, è stato giudicato Miglior film “What Have You Done, Zarina?” di Camila Sagyntkan, «che racconta con sensibilità e coraggio la vicenda di una ragazza quindicenne incinta dopo una violenza, intrecciando il dramma psicologico con le contraddizioni di una famiglia patriarcale e le ingiustizie sociali». Un Premio speciale è stato attribuito anche a  “175” di Sepehr Nosrati «per la messa in scena di notevole impatto dinamico che affronta le contraddizioni del tema immigrazione», così come una Menzione a “Fin” di Ward Kayyal «per aver tradotto con sintesi emozionante la dialettica tra guerra e normalità nel dramma palestinese».

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“Seeds” di Brittany Shyne, film vincitore nella sezione Documentari del TFF

Il Premio FIPRESCI

Il riconoscimento della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica è andato a “The Anatomy of the Horses”, opera d’esordio del regista peruviano Daniel Vidal Toche, «per la sua esplorazione poetica della cultura indigena attraverso un realismo magico che riflette su una verità necessaria: la rivoluzione è fatta di azione e spargimento di sangue, ma è uno stato d’animo destinato al fallimento.»

Presentato in anteprima mondiale nel concorso Proxima del Festival di Karlovy Vary di quest’anno, il film è complesso dal punto di vista narrativo, affascinante dal punto di vista estetico, con le sue lunghe scene, i dialoghi simili a metafore o racconti morali, i personaggi interpretati per lo più da attori non professionisti, la messa in risalto della relazione uomo-animale. A fare da sfondo alla storia, l’accidentato e pericoloso territorio andino del XVIII secolo, che vede il ritorno a casa del rivoluzionario  Angel (Juan Quispe), sconfitto dopo una battaglia contro gli spagnoli che ha provocato la morte dell’amato fratello. Da questo momento in poi realtà e sogno si intrecciano e confondono, regalando alla pellicola un’atmosfera cruda e – insieme – onirica.

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Una emblematica scena dal film peruviano “The Anatomy of the Horses”

Tutti i premi

Concorso lungometraggi

  • Miglior film: The Garden of Earthly Delights – Morgan Knibbe
  • Premio speciale: Ida Who Sang So Badly Even the Dead Rose Up and Joined Her in Song – Ester Ivakič
  • Miglior sceneggiatura: Ailleurs la nuit – Marianne Métivier
  • Migliori performance: Sadie Scott (Fucktoys), Maria Wróbel (Que ma volonté soit faite)

Concorso documentari

  • Miglior film: Seeds – Brittany Shyne
  • Premio speciale: Coexistence, My Ass! – Amber Fares
  • Menzione speciale: Bobò – Pippo Delbono

Concorso cortometraggi

  • Miglior film: What Have You Done, Zarina? – Camila Sagyntkan
  • Premio speciale: 175 – Sepehr Nosrati
  • Menzione speciale: Fin – Ward Kayyal

Premio FIPRESCI

  • The Anatomy of the Horses – Daniel Vidal Toche
    Motivazione: “Esplorazione poetica della cultura indigena attraverso realismo magico”.

Premi collaterali

  • Rai Cinema Channel: 175 – Sepehr Nosrati
  • Achille Valdata: Fucktoys – Annapurna Sriram
  • Occhiali di Gandhi: Coexistence, My Ass! e The Clown of Gaza
  • Premio Interfedi: Bobò – Pippo Delbono

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