Novi Ligure: accusato di stalking, il giudice lo condanna a 1 anno e 6 mesi
Il Tribunale di Alessandria
Cronaca
Monica Gasparini  
19 Dicembre 2025
ore
07:11 Logo Newsguard
La vicenda

Novi Ligure: accusato di stalking, il giudice lo condanna a 1 anno e 6 mesi

Più pesante la richiesta di condanna formulata dal Pm. Concessa la condizionale subordinata al percorso di recupero

ALESSANDRIA – Era accusato di stalking. Per Pier Carlo Gabutti, 51enne residente a Novi Ligure, il Pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi. Il giudice Gianluigi Biasci lo ha condannato a 1 anno e 6 mesi, con la condizionale subordinata (come prevede la legge) al percorso di recupero presso enti preposti. Il suo difensore, avvocato Davide Bianchi, si riserva di leggere le motivazioni della sentenza per decidere se ricorrere in Appello.

L’ipotesi d’accusa

Il pubblico ministero aveva tracciato il profilo di un imputato capace di approfittare delle debolezze della parte offesa e della sua fragilità. Soffrendo di un disturbo della personalità descritto da uno psichiatra e dal medico di base della donna. In sostanza, per l’accusa, si è di fronte ad una vittima soggiogata che cercava di allontanarlo, lui però era incapace di fermarsi.

Non la pensa così la difesa, che durante una lunga arringa ha evidenziato il buon comportamento processuale del 51enne, che ha chiarito la sua posizione. L’avvocato Bianchi ha sostenuto come l’ipotesi dello stalking non regga. Perché? Perché, ha sostenuto, la donna ha continuato ad incontrare e a vedere Gabutti anche dopo le denunce.

Durante un periodo di malattia, il 51enne dichiarò sul certificato medico prodotto la reperibilità a casa di lei.

Qual è la ratio del reato degli atti persecutori? Se lo è chiesto Davide Bianchi. In generale, uno stato d’ansia, un malessere, la paura per se stessi e i propri cari. Ma la parte offesa, secondo la difesa Gabutti, non l’aveva quello stato d’animo. Lui ha dichiarato di averla accompagnata in ospedale, ma lei ha deciso di non sottoporsi a esame sulla circostanza, come disposto in origine dal giudice.

Sempre la difesa ha ricordato come, nel 2021 e 2022, i due siano andati in vacanza nonostante le denunce di lei. La donna era parte civile con l’avvocato Francesco Andronico.

Le contestazioni

Cosa contestava l’accusa? Il 5 luglio 2020 l’uomo avrebbe diffuso tramite WhatsApp un’immagine che doveva rimanere privata per espresso accordo con la persona offesa. Si parla poi di messaggi minatori inviati a lei, con i quali il 50enne le chiedeva insistentemente di tornare con lui. Non sarebbero mancati insulti, frasi volte a sminuire la sua persona.

Secondo il Pm, l’uomo si sarebbe presentato a casa di lei suonando il campanello e piangendo, convincendola a farlo entrare. A quel punto, in stato d’ubriachezza, l’avrebbe afferrata spingendola sul divano, dove l’avrebbe immobilizzata infilandole banconote in bocca.

L’avrebbe poi insultata, costringendola a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Comportamenti avrebbero cagionato nella parte offesa un fondato timore per la propria incolumità.

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