Regali riciclati, ecco che cosa “va di più”
Società
Redazione  
19 Dicembre 2025
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Regali riciclati, ecco che cosa “va di più”

Riciclare non è più un tabù. Ormai lo si fa abitualmente (anche per non sprecare)

ALESSANDRIA – C’è un momento, dopo ogni festività, in cui armadi e cassetti raccontano una verità poco romantica: non tutti i regali ricevuti incontrano davvero i gusti di chi li scarta. Il fenomeno dei regali riciclati è più diffuso di quanto si pensi e attraversa generazioni, occasioni e fasce di reddito. Senza scandalo, anzi: spesso è una scelta pratica, a volte persino sostenibile.

Profumi e cosmetici in testa alla classifica
Tra i doni più frequentemente riciclati ci sono profumi, creme e prodotti di bellezza. Il motivo è semplice: fragranze troppo intense, formule non adatte o marchi poco amati. Oggetti spesso costosi, ancora sigillati, che diventano candidati ideali per un nuovo giro di regali, magari cambiando solo l’occasione.

Libri e oggetti culturali
Subito dopo arrivano i libri. Romanzi già letti, saggi fuori interesse o titoli ricevuti in doppia copia. Il libro, però, ha una seconda vita più nobile: viene regalato, scambiato o lasciato nei circuiti di bookcrossing, trasformando il riciclo in condivisione culturale.

Abbigliamento e accessori
Taglie sbagliate, stili lontani dai gusti personali, colori difficili da abbinare. Maglioni, sciarpe e accessori sono tra i regali che più facilmente cambiano destinatario. Spesso non vengono nemmeno indossati una volta, restando “nuovi” pur passando di mano.

Gadget e piccoli elettrodomestici
Tazze, candele, cornici, ma anche piccoli elettrodomestici poco utili finiscono rapidamente tra gli oggetti destinati al riciclo. Sono regali neutri, scelti all’ultimo momento, che raramente diventano indispensabili nella vita quotidiana.

Riciclare non è (più) un tabù
Negli ultimi anni il riciclo del regalo ha perso la sua accezione negativa. Riutilizzare, scambiare o donare è sempre più visto come un gesto intelligente, in linea con una maggiore attenzione agli sprechi. Perché, in fondo, il valore di un regalo non sta nell’oggetto, ma nell’uso che se ne fa.

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