Alessandria: omicidio di via De Amicis, arrestati i due responsabili. Erano già detenuti per una serie di rapine
Svolta nelle indagini sul delitto avvenuto a ottobre. I Carabinieri hanno ricostruito il quadro accusatorio grazie a intercettazioni, analisi tecniche e riscontri investigativi
ALESSANDRIA – Sono stati arrestati i due giovani ritenuti responsabili dell’omicidio avvenuto lo scorso ottobre in via De Amicis ad Alessandria. Il Pubblico ministero ha chiesto l’emissione della misura cautelare emessa dal Gip (Gianluigi Biasci). I due, di 22 e 25 anni, entrambi stranieri e senza fissa dimora, si trovavano già ristretti nel carcere di Alessandria per una serie di rapine violente su cui stavano indagando gli stessi militari. Quando, poi, gli elementi raccolti hanno consentito di attribuire loro anche la responsabilità del delitto.
È la mattina del 9 ottobre, quando una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di Alessandria Cristo interviene in via De Amicis. Allertata dal proprietario di un appartamento preoccupato perché l’affittuaria non rispondeva da giorni. Una volta entrati nell’abitazione, i militari rinvengono il corpo senza vita della vittima, riverso sul pavimento della camera da letto. I successivi accertamenti medico-legali collocano il decesso a circa 24 ore prima, ipotizzando una morte violenta.
Sul posto intervengono il Sostituto Procuratore Gualtiero Battisti, il medico legale e i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche. Che avviano i rilievi. Le prime testimonianze non forniscono elementi decisivi, ma emerge che la vittima era un transessuale. Un dettaglio che consente agli investigatori di collegare il fatto a una serie di aggressioni e rapine avvenute nelle settimane precedenti tra Alessandria e Tortona.
Il collegamento con le rapine seriali
I due giovani erano stati fermati pochi giorni prima per rapine e furti con strappo, spesso ai danni di persone vulnerabili, comprese prostitute. L’ultimo episodio accertato risale all’8 ottobre, con l’aggressione a un transessuale in corso Romita. La serialità, la violenza e il modus operandi inducono gli inquirenti a ritenere che anche l’omicidio possa essere riconducibile agli stessi soggetti.
Le indagini della Sezione Operativa dei Carabinieri si concentrano su una serie di riscontri convergenti. Geolocalizzazione delle utenze telefoniche, analisi delle chat presenti sul telefono della vittima, immagini dei sistemi di videosorveglianza. E, anche, rilievi sugli spostamenti dei due indagati, effettuati in bicicletta. Le biciclette vengono rinvenute e sequestrate nel condominio dove i giovani alloggiavano.
Ulteriori conferme arrivano dalle analisi tecniche sui telefoni e dalle intercettazioni ambientali disposte dalla Procura all’interno del carcere, dalle quali emergono dichiarazioni e ammissioni rilevanti.
Le dichiarazioni e l’arresto
Durante il prelievo di materiale biologico per l’esame del Dna, uno dei due indagati, il 22enne, chiede di rendere dichiarazioni spontanee. Fornendo una ricostruzione dettagliata dei fatti e indicando nel complice l’autore materiale dell’omicidio. Nel frattempo viene identificata anche la vittima: 28 anni.
Alla luce del quadro indiziario, la Procura della Repubblica di Alessandria ha chiesto l’emissione della misura cautelare emessa dal Gip: quindi l’arresto dei due giovani, notificato direttamente in carcere. Dovranno ora rispondere di numerosi reati, primo fra tutti l’omicidio, la cui responsabilità sarà valutata nelle sedi processuali competenti, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza.