Imprese piemontesi ottimiste per l’inizio del 2026: investimenti e occupazione ok, incertezza sull’export
Economia
23 Dicembre 2025
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Il report

Imprese piemontesi ottimiste per l’inizio del 2026: investimenti e occupazione ok, incertezza sull’export

L’indagine su 1.200 realtà fotografa un clima di fiducia diffusa, trainato dal terziario. Il manifatturiero resta in difficoltà, soprattutto metalmeccanica e tessile

TORINO – Il clima di fiducia delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2026 si conferma complessivamente positivo. A certificarlo è l’indagine congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino. Basata sulle previsioni di circa 1.200 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale regionale. Un segnale di tenuta del tessuto economico, capace di affrontare una fase storica caratterizzata da incertezza geopolitica e instabilità dei mercati.

Il dato aggregato, tuttavia, nasconde una dinamica ormai strutturale. Da oltre due anni si registra un andamento divergente tra manifatturiero e terziario. Se il primo continua a risentire delle difficoltà di comparti chiave come metalmeccanica e tessile-abbigliamento, il secondo mostra una maggiore capacità di adattamento e crescita.

Investimenti e occupazione restano solidi

Nel dettaglio, le attese complessive risultano positive per l’occupazione (saldo ottimisti/pessimisti +6,0%), per la produzione (+3,2%) e per gli ordini totali. Più cautela emerge invece su export (-5,3%) e redditività (-1,0%), penalizzati dal contesto internazionale.

Un segnale incoraggiante arriva dalla propensione a investire, che cresce di 3,1 punti percentuali e coinvolge il 77,1% delle imprese. In aumento anche la quota di aziende che ha programmato l’acquisto di nuovi impianti (25,3%, +1,8 punti rispetto a settembre). Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse al 77%, mentre il ricorso alla cassa integrazione riguarda il 10,9% del campione, con un’incidenza più elevata nel manifatturiero.

Manifatturiero in affanno, terziario in espansione

Il manifatturiero, che rappresenta circa due terzi del campione, registra saldi negativi per tutti i principali indicatori: produzione (-3,9%), nuovi ordini (-4,5%), redditività (-6,8%) ed export (-6,0%). Le maggiori criticità interessano il metalmeccanico, in particolare automotive e metallurgia, con un saldo sulla produzione pari a -7,5%, negativo da dieci trimestri consecutivi. In difficoltà anche manifatture varie e cartario-grafico, mentre mostrano segnali più positivi gomma-plastica, alimentare, edilizia e impiantistica.

Di segno opposto il quadro del terziario, che beneficia di una minore esposizione alle oscillazioni dei mercati esteri. Tutti i comparti esprimono attese favorevoli, con performance particolarmente brillanti per commercio e turismo (+30%), servizi alle imprese (+24,2%), Ict (+10%) e trasporti (+8,7%).

Export: la variabile decisiva

Le attese sulla produzione risultano strettamente legate al peso dell’export sul fatturato. Le imprese meno orientate ai mercati esteri mostrano un maggiore ottimismo, mentre le aziende con una quota export più elevata esprimono previsioni più caute. Confermando così come l’incertezza internazionale resti un fattore determinante.

«Le imprese piemontesi approcciano il 2026 confermando la volontà di investire per crescere e svilupparsi – commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte –. Il 2025 ha premiato la capacità di adattamento delle aziende a un contesto in continuo cambiamento, sia negli sbocchi commerciali sia nell’offerta di prodotti, processi e tecnologia».

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