Piano socio-sanitario Piemonte, il Pd boccia il testo: «Alla Sanità alessandrina servivano certezze»
Politica
23 Dicembre 2025
ore
20:16 Logo Newsguard
La presa di posizione

Piano socio-sanitario Piemonte, il Pd boccia il testo: «Alla Sanità alessandrina servivano certezze»

Critiche da Ravetti, Laguzzi, Lera: mancano risorse, visione e investimenti sulla sanità territoriale. Abonante: «Troppi nodi aperti sul nuovo ospedale e sui servizi»

ALESSANDRIA – Il Partito Democratico della Provincia di Alessandria esprime un giudizio nettamente negativo sul Piano Socio Sanitario 2025-2030, approvato ieri dal Consiglio regionale del Piemonte. Un documento che, secondo i ‘dem’, “non risponde in modo adeguato ai bisogni di salute dei cittadini piemontesi e, in particolare, del territorio alessandrino”.

«Il nuovo Piano socio-sanitario non ci convince. Si poteva fare meglio e si dovevano offrire maggiori certezze alla salute dei piemontesi», affermano. Sottolineando come il testo approvato resti fragile e privo di una reale capacità programmatoria.

Le criticità evidenziate dal Pd in Consiglio regionale

Il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti ricorda come “il Pd abbia lavorato per migliorare un impianto inizialmente giudicato insufficiente. La Giunta avrebbe voluto approvare già a luglio una bozza generica. Mentre noi ci siamo battuti per usare più tempo, ascoltando professionisti sanitari, amministratori, sindacati e associazioni”.

“Nonostante il lavoro svolto in Commissione, restano irrisolte quattro criticità strategiche. Stabilizzazione del personale, liste d’attesa, rafforzamento della sanità territoriale e funzionamento dei Pronto soccorso“. Per l’Alessandrino, Ravetti ricorda “tre nodi centrali affrontati con emendamenti specifici. Il trasferimento dell’ospedale di Acqui Terme all’Azienda Ospedaliera di Alessandria entro il 31 dicembre 2026, il riconoscimento Irccs dell’ospedale di Alessandria entro la stessa data e l’introduzione dell’Infermiere di Comunità nelle scuole“.

Ancora più severo il giudizio del segretario provinciale del Pd, Giorgio Laguzzi. «Manca una visione complessiva del futuro della Sanità – afferma –. Il Piano è privo di una solida base epidemiologica, di obiettivi chiari, di risorse definite e di indicatori di risultato». Secondo Laguzzi, “la Regione non ha colmato la distanza tra il documento della Giunta Cirio e i bisogni reali dei territori. Dimostrando di non aver fatto tesoro della lezione della pandemia. Senza un quadro economico credibile, il Piano rischia di restare solo un documento di carta”.

Sanità territoriale e ruolo dei medici di base

Il responsabile provinciale ‘dem’ per la Sanità, Riccardo Lera, individua invece nella medicina territoriale la principale criticità non affrontata dal Piano. «Viene definita un pilastro – spiega – ma senza investimenti adeguati in personale, organizzazione e strumenti. In provincia di Alessandria mancano circa 60 medici di medicina generale. Mentre il loro ruolo nelle nuove strutture territoriali resta vago. Senza liberarli dal carico burocratico – osserva Lera – non sarà possibile garantire presa in carico, continuità assistenziale e prevenzione”.

Le preoccupazioni dei sindaci e il nodo del nuovo ospedale

Sul Piano socio-sanitario interviene anche il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante, che richiama l’attenzione sui ritardi e sulle incertezze legate al nuovo ospedale. «Sono partiti alcuni incontri tecnici – spiega – ma restano aperti molti interrogativi, a partire dai collegamenti stradali. Il collegamento con la tangenziale non è finanziato, così come non è finanziato l’abbattimento della vecchia struttura».

Abonante segnala inoltre il forte carico amministrativo che grava sui medici e una crescente distanza tra servizi territoriali e ospedalieri. Preoccupazione anche per la decisione di destinare il carcere di San Michele al regime di 41 bis, con ricadute dirette sui servizi sanitari locali. «Parliamo di circa 200 persone con gravi necessità sanitarie – conclude – e nessuno ha ancora coinvolto il Comune su questi aspetti».

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