Galavotti: «Raccontare un territorio significa far conoscere storie ed eccellenze»
"Le agenzie di stampa come l’Ansa sono l’antidoto alle fake news"
ALESSANDRIA – Nel tempo in cui la velocità della notizia sembra contare più della sua accuratezza, e in cui l’intelligenza artificiale alimenta un flusso costante di contenuti difficili da verificare, il giornalismo è chiamato a ripensarsi, a difendersi, ma anche a rilanciarsi. Ne abbiamo parlato con Alessandro Galavotti, caporedattore dell’Agenzia Ansa e coordinatore Macroarea Nord.
Con alle spalle una lunga esperienza nelle redazioni e un’idea forte di giornalismo come servizio pubblico, la riflessione – importante – verte sul ruolo e l’evoluzione delle agenzie stampa, sul fenomeno delle fake news e sulla necessità di avere e consolidare autorevolezza nel rapporto con il lettore.
Al centro della conversazione – nella ricorrenza dei cento anni de “Il Piccolo” – anche il valore irrinunciabile del giornalismo locale, fondamentale per tenere insieme il tessuto delle comunità e garantire un’informazione capillare, verificata, vicina ai cittadini. In un’epoca in cui tutti possono comunicare, ma non tutti fanno informazione, serve più che mai una bussola. E forse quella bussola esiste ancora: è fatta di rigore, verifica e presenza sui territori.
In che modo secondo lei è cambiato il mestiere del giornalista negli ultimi vent’anni, soprattutto alla luce dell’avvento del digitale e dei social media?
Il digitale, per il giornalismo, è stato una vera e propria rivoluzione che negli ultimi vent’anni ha cambiato tutto: dal modo di organizzare una redazione alla ricerca delle notizie e alla loro diffusione. Oggi le news si diffondono in tempo reale, grazie al web e ai social media. I giornalisti devono saper distinguere tra notizie vere e false adattandosi a un flusso continuo di informazioni. Il mestiere è diventato quindi più dinamico, ma anche più complesso, e richiede nuove competenze.
Qual è oggi il ruolo di un’agenzia di stampa come Ansa in un panorama informativo frammentato e spesso dominato dalla velocità? È cambiato il vostro modo di lavorare rispetto al passato?
Anche l’Ansa si è dovuta adattare a un mondo più rapido e con più canali di diffusione, ma la sua priorità è sempre quella di fornire una informazione corretta, obiettiva e di qualità. Perché più siamo assediati da una massa informe di notizie – come ricorda il direttore Luigi Contu – più sono indispensabili punti di riferimento per contrastare la disinformazione. Uno sforzo notevole grazie al quale per l’ottavo anno consecutivo il Digital News Report di Reuters certifica l’Ansa prima in Italia per affidabilità tra le testate d’informazione.
Come si bilancia oggi la necessità di essere rapidi nella diffusione delle notizie con il dovere di verificarle accuratamente?
L’equilibrio tra l’essere tempestivi e garantire l’accuratezza delle informazioni è fondamentale e si raggiunge soltanto grazie a capacità, competenze e professionalità. Per aiutare il lettore a comprendere meglio il mondo che lo circonda, che è la missione del giornalismo, occorre fornire notizie verificate e contestualizzate. Bisogna essere rapidi, ma al tempo stesso precisi e scrupolosi.
Le fake news sono diventate un problema strutturale del nostro tempo: quale pensa debba essere il ruolo del giornalismo professionale – e delle agenzie – nel contrastarle in modo efficace?
Le agenzie di stampa, l’Ansa, sono l’antidoto alle fake news, che si contrastano con le nostre regole: la verifica, il controllo, l’approfondimento, il linguaggio, che non è lo stesso di chi diffonde notizie false.
Nel centenario de “Il Piccolo”, quanto pensa sia importante il giornalismo locale per la coesione delle comunità e la difesa della qualità dell’informazione nei territori?
Mi lasci prima di tutto fare gli auguri al Piccolo, a lei, a tutta la redazione e ai lettori per questo prestigioso traguardo, che per altro coincide con l’ottantesimo anniversario dell’Ansa. Si dice che l’informazione sia la linfa vitale della democrazia, ed io sono convinto che l’informazione locale lo sia ancora di più perché consente ai cittadini di partecipare in modo consapevole alla vita della propria comunità. Si tratta inoltre di una ricchezza per i territori che, attraverso l’informazione locale, hanno la grande possibilità di raccontarsi e di far conoscere a tutti le proprie eccellenze.
Viviamo in un mondo dove le notizie viaggiano in tempo reale a livello globale. Ma c’è ancora spazio per un racconto del territorio? E come si può far dialogare l’informazione locale con quella nazionale?
Lo spazio c’è ed è enorme. Raccontare un territorio significa far conoscere le sue storie e tradizioni, le criticità ma anche le sue grandi opportunità. Tra i compiti dell’Ansa c’è proprio quello di creare un ponte tra i due livelli, locale e nazionale, valorizzando le notizie che emergo dalle varie realtà.
Cosa direbbe a un giovane che volesse intraprendere la carriera giornalistica? Quali sono, secondo lei, le competenze che non possono più mancare?
Il giornalismo è un mestiere stupendo, per me che l’ho scelto quando ero ragazzo di sicuro il più bello del mondo. Farlo bene richiede impegno e sacrifici, per cui occorre essere fortemente motivati e avere una grande passione. Bisogna studiare, una condizione ormai imprescindibile per un giovane, qualunque percorso voglia intraprendere. Bisogna coltivare sempre la propria curiosità e non smettere mai di stupirsi di fronte al mondo.