“Un miglio al giorno”, il progetto che parte da lontano
Recentemente ho trovato in rete un nuovo termine: Bellare. Per chi non lo sapesse, bellare corrisponde a “Parlare di cose belle” ed è un bel termine perché si contrappone a Belare, il volgo delle pecore. Quindi viene usato con un significato più ampio al suo senso stretto: parlare di cose belle per contrapporsi ai pecoroni.
Oggi vi voglio parlare di una iniziativa che la mia Associazione di #nordicwalking propone tutti gli anni alle scuole di Alessandria. Anche questa è una iniziativa che ha un senso più ampio di quello che può essere da una prima lettura del nome della medesima. L’iniziativa in questione si chiama “Un miglio al giorno”. È un progetto che parte da lontano, dalla Scozia per la precisione e si prefigge di portare i bambini in età scolare 6-10 anni a camminare tutti i giorni per 1600 metri. Ovviamente si esce tutti i giorni da scuola, anche quando piove (si cammina con l’ombrello) e tutti i giorni si attiva il metabolismo e la soglia dell’attenzione. Abbiamo presentato questo progetto due anni fa alla ASL di Alessandria che nella persona della Dott.ssa Maconi ha sposato appieno il nostro progetto, inserendolo nelle “Buone pratiche salutistiche”, unendolo ad un loro progetto sulla corretta alimentazione. Il progetto ha il patrocinio della Federazione Nazionale Pediatri, quindi un buon risultato per una attività da svolgersi in una provincia.
La valenza di questo progetto è multipla: innanzitutto aumenta la soglia di attenzione. Come dicono i pediatri, la soglia di attenzione di un bambino si esaurisce dopo pochi minuti. Mantenerli attivi e vigili e non immobili in classe da loro un’attenzione più elevata alle materie che vengono insegnate dai docenti. Altra cosa: evitiamo di “depositare” i bambini in aula per cinque ore, limitando i contagi. Da nuove disposizioni, le classi dovranno essere ventilate ogni ora, quindi portarli a camminare all’esterno limiterebbe la soglia del contagio. Ai docenti che seguono i nostri corsi di formazione per la conduzione dei gruppi scolastici nella pratica de “Il miglio al giorno” raccomandiamo sempre di non ascoltare i genitori troppo apprensivi che hanno paura a far uscire i bambini perché il freddo li ammala. Non è il freddo che li ammala, è lo stare chiusi in aula troppo tempo che li espone al contagio di qualsiasi malattia infettiva.
Raccomandiamo sempre loro di ricordare che se gli stessi dovessero fare allenamento nella squadra di calcio dei “pulcini dei grigi”, i genitori non si preoccuperebbero del freddo. Ma se devono andare a camminare sì. Un’altra valenza di questo progetto la possiamo ritrovare nel controllo dei picchi metabolici dell’allievo. Farlo camminare tutti i giorni, vuol dire aumentare la soglia metabolica e scongiurare il diabete infantile, un dramma dei nostri giorni provocato proprio dall’immobilismo dei bambini. Raccomandiamo ai docenti di non preoccuparsi del programma ministeriale, perché la docenza può passare anche da un ora di cammino. I bambini vedono la mutazione delle stagioni, comprendono la storia del luogo, imparano ad osservare cose che se chiusi tra le quattro mura della classe non percepiscono perché la soglia di attenzione si riduce. L’ASL in questo progetto ci ha chiesto di monitorare le soglie di attenzione degli allievi che partecipano a questo progetto. I docenti ci hanno detto che il profitto scolastico di questi allievi è migliorato, il comportamento da parte dei bambini si è responsabilizzato.
La voglia di uscire a camminare tutte le volte li ha anche sensibilizzati allo studio, lavorando meglio come docenti su “materiale umano” con una soglia di attenzione più elevata. Voi che mi leggete da qualche mese vi chiederete: “Cosa c’entra il miglio al giorno con il turismo?” La mia risposta a questa domanda è la seguente: c’entra eccome. Non posso pensare di far conoscere un territorio ad una persona estranea ad esso se io stesso non lo conosco. I bambini andando a camminare tutti i giorni si appassionano al loro territorio, alle loro usanze, alle loro credenze e in futuro saranno i testimonial del loro posto in cui abitano. Camminando tutti i giorni capiscono che non devono sporcare il luogo dove camminano e quando da grandi andranno a portare a spasso il loro animale domestico raccoglieranno le loro deiezioni perché potrebbero essere di intralcio ai bambini futuri che cammineranno tutti i giorni per quel marciapiede.
Socializzando nel corso delle loro camminate, apprenderanno storie e nozioni scientifiche che differentemente dimenticheranno. Se passeranno sotto una quercia, scopriranno le galle, se cammineranno sotto un ginko biloba sapranno che in autunno producono una bacca che emana un odore acre e quando saranno in prossimità di quella pianta sapranno dare quell’informazione. A scuola non l’avrebbero mai metabolizzato come in cammino. Tutto questo con un gesto naturale come il cammino. Possiamo quindi affermare che “camminare” è bellare, compiere una cosa bella, soprattutto sulle nuove leve che saranno il nostro futuro migliore.