Meme
29 Giugno 2022 ore 17:25
In pochi anni, le Panchine Giganti sono diventate un tratto caratteristico del nostro Monferrato e vi confesso che la mia preferita, quella fra Frescondino e San Salvatore, rappresenta sempre un pit-stop nelle mie camminate perchè, soprattutto con il fresco del mattino, è una finestra aperta sulla pianura di Alessandria, un terrazzo sulle Alpi, un balcone adornato della corona di castelli aggrappati alle colline.
Ogniqualvolta si annuncia l’installazione di una nuova “Big Bench” leggo però nei diversi Gruppi Facebook opinioni contrarie a questo progetto come se le panchine fossero un intervento superfluo ed inadatto a valorizzare un paesaggio che di per se è già tale da doverci fare ringraziare ogni giorno per vivere al suo cospetto.
Ogni pensiero è ovviamente legittimo. Si sa però che, con il passare degli anni, cambia il linguaggio e non possiamo che rispettarne il cambiamento pur auspicando che, se Giacomo Leopardi fosse nato ai nostri tempi, avrebbe continuato a comporre l’Infinito anziché scrivere “I [love] Recanati”. Se cambia il linguaggio allora deve cambiare anche il racconto e, si parva licet, la scoperta del territorio attraverso la mappa delle Panchine Giganti è un’occasione per scoprire nuovi borghi, ammirare nuove vedute. Persino per collegare il Monferrato ad altre colline, come quelle orobiche, che hanno cominciato ad ospitare questi stessi curiosi momenti di sosta. Rendere un luogo “instagrammabile” permette di avvicinarlo alle nuove generazioni e non sostituisce altre forme di racconto, storiche o culturali, ma le valorizza e le rafforza.
Il racconto quotidiano - sui social media, ma anche sui media tradizionali - delle vite degli influencer ci ha ormai convinto che su Internet ci siano persone più influenti di altre, ma di certo più influenti di tutti sono i nostri amici. Ecco perché, per promuovere un territorio, non è necessario – e in ogni caso non è sufficiente – coinvolgere personaggi famosi, ma creare le condizioni perché a raccontarlo siano le persone comuni così da attivare il passaparola che, anche ai tempi del digitale, è di certo la miglior forma di pubblicità.
Ecco perché l’influencer marketing più che a individuare delle persone serve a sviluppare una strategia che coinvolte più tipologie di figure:
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