Economia
Il report
Secondo Cittadinanzattiva, aumentano i costi e migliora la raccolta differenziata, che supera il 67% nella regione
24 Novembre 2025
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14:00
ALESSANDRIA - La spesa media in Piemonte per la gestione dei rifiuti urbani raggiunge nel 2025 i 318 euro per famiglia , con un aumento del 3,3% rispetto al 2024 . È quanto emerge dal Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva , che analizza l’andamento delle tariffe nei capoluoghi di provincia italiani. Aumentano i costi, ma anche la raccolta differenziata La spesa media nazionale si attesta a 340 euro (+3,3% rispetto all’anno precedente). In Piemonte, l’aumento medio porta la spesa media in Piemonte a 318 euro , rispetto ai 308 euro del 2024. La regione si posiziona comunque sotto la media nazionale. In parallelo, cresce anche la raccolta differenziata , che in Piemonte raggiunge il 67,9% , in miglioramento rispetto al 2024. La percentuale varia sensibilmente tra i capoluoghi: si va dal 76,8% di Biella al 47,6% di Alessandria . Differenze territoriali: da Torino a Verbania Nel dettaglio, il focus sul Piemonte mostra differenze significative tra i diversi comuni: Torino registra una Tari di 377 € , in aumento del 2,7% Verbania segna il maggior incremento (+10,6%), con una spesa di 267 € Cuneo si attesta su 249 € , con una raccolta differenziata del 73,4% Biella , pur con una TARI più alta (430 €), vanta una RD del 76,8% Alessandria è a 370 euro , sei in più dello scorso anno. La spesa media in Piemonte varia anche in relazione alla produzione pro-capite di rifiuti urbani. Torino e Novara risultano tra i comuni con i volumi maggiori (circa 498 kg), mentre Verbania ha la produzione più bassa (416,5 kg). Il Piemonte nel contesto nazionale A livello nazionale, il costo più elevato si registra in Catania (602 euro), mentre quello più contenuto è in Trento (224 euro). In termini di raccolta differenziata, il Trentino-Alto Adige guida la classifica con l’83,7%. Il Piemonte si colloca in una posizione intermedia, con performance migliori di regioni come la Sicilia (55%) e la Calabria (55,3%), ma inferiori a Emilia-Romagna (77,7%) e Veneto (73,9%). Leggi le tabelle nel dettaglio