Dieci minuti di standing ovation per Julie Andrews, Leone d’Oro alla carriera
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Barbara Rossi  
3 Settembre 2019
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10:59 Logo Newsguard
Venezia 76

Dieci minuti di standing ovation per Julie Andrews, Leone d’Oro alla carriera

Oggi la proiezione di “Guest of Honour” di Atom Egoyan

VENEZIA – La sesta giornata del Festival internazionale d’arte cinematografica è stata interamente dedicata a lei, Julie Andrews, 83 anni, vera e propria icona del grande schermo amata e ricordata soprattutto per il personaggio di Mary Poppins, che nel 1965 le fece vincere l’Oscar con l’omonimo film diretto da Robert Stevenson.

In una Sala Grande affollatissima, la Andrews – dopo l’introduzione del regista Luca Guadagnino – ha ricevuto il meritato Leone d’Oro alla carriera dalle mani del presidente della Biennale, Paolo Baratta: sono seguiti dieci, emozionanti minuti di standing ovation.

Luca Guadagnino ha ricordato che «Julie Andrews è un’icona del ventesimo e ventunesimo secolo che sa trasmettere una sorta di classicismo olimpico in ogni cosa che fa. Ha rappresentato ai massimi livelli la recitazione, la danza, la musica, la scrittura e l’attivismo politico; la sua eleganza è diventata un valore assoluto: unica nella storia del cinema e assolutamente inimitabile».

L’attrice inglese, moglie di Blake Edwards (e protagonista nel 1982 del suo “Victor Victoria”, che è stato proiettato subito dopo la premiazione), si è dichiarata ancora incredula per la carriera internazionale compiuta: «Ancora mi meraviglio, sono stata una ragazza fortunata che ha potuto recitare ruoli bellissimi». Infine, Julie Andrews ha dedicato il Leone d’Oro ai giovani aspiranti attori: «Chiedo loro di rimanere fedeli ai loro sogni e alla loro visione».

Ottima accoglienza anche per “Martin Eden” del giovane regista Pietro Marcello, in lizza per il Leone d’Oro. Il film è la trasposizione dell’omonimo romanzo scritto da Jack London nel 1909, ma ambientato nella Napoli dei primi del Novecento: in sala dal 4 settembre.

Oggi è attesa la proiezione di “Guest of Honour” di Atom Egoyan: il regista armeno mette in scena la complicata vicenda di un padre e di una figlia legati da un oscuro segreto familiare.

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