Alessandria
L’accusa aveva chiesto per l’impresario edile una pena più severa
27 Settembre 2019 ore 19:13
di Monica Gasparini
ALESSANDRIA - Michele Rivoli, 47 anni, impresario edile che abita nel Valenzano, era in aula (oggi, venerdì 27 settembre) come sempre vicino al suo difensore, l’avvocato Laura Mazzolini. E ha ascoltato in silenzio il verdetto: ‘Otto anni’, in abbreviato, per omicidio volontario. Il Gup (giudice dell’udienza preliminare) Tiziana Belgrano gli ha riconosciuto l’attenuante del vizio parziale di mente.
Per l’accusa, che ha chiesto 12 anni di carcere, nel 2015 Rivoli alla guida della sua auto aveva sbarrato la strada a Giuliano Bellini, un orafo di 68 anni, che percorreva via Cairoli, a Valenza, in bicicletta. A seguito di quella manovra il ciclista finì a terra sbattendo la testa. Morì dopo sei mesi a causa di una infezione. Movente? Il sospetto che Bellini rivolgesse ‘attenzioni’ alla moglie dell’impresario.
Le perizie non hanno chiarito se la polmonite contratta da Bellini in ospedale avesse qualche collegamento con la caduta. Ma sicuramente ebbe terreno fertile in quel corpo debilitato.
La difesa si è battuta per la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale. Tesi non accolta dal giudice. Le parti lese avevano già ritirato la costituzione di parte civile tempo fa.
L’avvocato Mazzolini, una volta lette le motivazioni della sentenza, ricorrerà in appello. L’uomo ha sempre negato la volontarietà del gesto, e l’urto tra l’auto e la bici fu lieve.
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