Finale Bertram: fare fallo o difendere?
Marco Ramondino, capo allenatore della Bertram Derthona
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Maurizio Neri  
2 Febbraio 2022
ore
10:21 Logo Newsguard
BASKET SERIE A - L'ANALISI

Finale Bertram: fare fallo o difendere?

Tortona subisce la tripla del pareggio e perde con Reggio Emilia. Si apre il dibattito. A Pesaro la stessa situazione

TORTONA – Fare fallo o difendere. Questo, se non è il “dilemma”, rappresenta sicuramente un tema che scalda molto gli appassionati di basket. Un tema, su una situazione di gioco,  che si è prepotentemente riproposto domenica la PalaEnergica di Casale Monferrato dove la Bertram ha perso all’overtime sulla rimonta di Reggio Emilia. Riepilogando: nel finale di tempo regolamentare sul +3 (82-79), Tortona  non ha commesso fallo per interrompere l’azione e Strautins con un grande canestro ha pareggiato la partita, vinta poi dagli ospiti al supplementare.

Solo 24 ore prima

Ventiquattrore prima, 400 km più a Est, alla Vitrifrigo Arena di Pesaro (dove tra due settimane la Bertram giocherà la Final Eight di Coppa Italia), si è verificata una situazione simile nel finale della partita Pesaro-Treviso. A 10” dalla sirena sul 92-89 Pesaro il trevigiano Imbrò inventa dal nulla la tripla della parità con Pesaro che sceglie di non fare fallo tattico.

Ramondino e Banchi

Di casi come questi la storia pallacanestro – sport di centimetri e secondi – è piena. A cominciare dal  celebre episodio delle Finals Nba del 2013 con Ray Allen che regala la vittoria  Miami con una tripla iconica e con il leggendario coach dei San Antonio Spurs, Greg Popovich molto criticato perché non ha ordinato il fallo tattico (Non siamo in Europa, rispose piccato all’epoca).
Tornando alla nostra Serie A nel dopo gara i due tecnici delle partite di cui parliamo, hanno risposto con due tesi diverse. Marco Ramondino: “La scelta sul +3 è di fare fallo, ma o si ha la prontezza di commetterlo presto nell’azione oppure per l’interpretazione sulla continuità di tiro che c’è da un paio di anni si rischia di andare a fare fallo su tiro da tre anche se non è ancora iniziato l’atto di tiro. La nostra mancanza di bravura è stata non essere riusciti a farlo subito”.
Luca Banchi, coach scudettato di Pesaro: “Per mentalità ritengo sempre meglio fare la difesa migliore che puoi per impedire un tiro comodo piuttosto che rischiare di regalare tre tiri liberi per una furbata dell’avversario o rischiare un antisportivo sulla rimessa, episodi già visti”.

Dibattito continua

Due tesi diverse: fare fallo, difendere. Con lo spauracchio dei tiri liberi. La scelta giusta? Non c’è. Lo dimostra il fatto che con due approcci diversi si è arrivati in entrambi i casi al pareggio subito.  Ci sono decisioni di filosofia, legate alle caratteristiche dei giocatori in campo, delle squadre e alla mentalità degli allenatori. E’ capitato, capiterà ancora. Nel frattempo, dibattiamo.

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