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Calcio
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di Mimma Caligaris
Il presidente al campo: "Sono sereno, ho parla to con tutti quelli che hanno un peso tecnico, dentro e attorno alla squadra"
Tre parole, per riassumere stato d'animo presente e qualità per il futuro immediato, per le otto giornate che ancora mancano. "Tranquillità, serenità, compattezza" Luca Di Masi non è preoccupato. "Le difficoltà, in trasferta, ci sono, sarebbe sbagliato nasconderle. Ma io sono sereno, anche la squadra lo è: spoglitoio solido, tutti sanno bene dove vogliono arrivare, e si aiutano, nei fatti". Di Masi, al campo, non vuole sentire parlare di squadra senza personalità. Svela che la settimana di Siena è stata "con problemi interni". Soprattutto per la scelta di inventare qualcosa per sorprendere l'avversario, "qualcosa di diverso, che poi è stato anche cambiato in corsa, con il solo effetto di creare confusione. Ci sono momenti in cui è meglio non lasciare il certo per l'incerto. Anche il mister può sbagliare, è umano. Anche uno che nell'andata ha preparato solo gare perfette". Ammette, Luca Di Masi, che il confronto c'è stato, "con tutti quelli che hanno un peso tecnico: nella squadra, attorno alla squadra". Dunque con gli 'esperti', quelli che, mai come adesso, devono fare la differenza anche nei confronti dei compagni. Quelli che, anche a Siena, sono stati più sottotono e involuti: da loro deve partire il cambiamento e una gestione diversa della lunga volata in otto tappe. "La squadra è arrabbiata per le sconfitte, come lo sono i tifosi, il sottoscritto e il mister: volevamo vincere a Siena, volevamo allungare, volevano andare a + 7. Gli occhi dei giocatori, all’ingresso in campo, mi hanno detto questo. Poi, sul campo, è andata diversamente, ma vogliamo chiudere la pratica il più presto possibile. E se anche non dovessimo scappare, se dovessimo arriviamo alla fine con +4, sarei contento, saremo contenti comunque". Consigli tattici e sugli interpreti per arrivare alla meta? "Nelle ultime gare non importa come ti chiami o cosa hai fatto prima, in questa stagione e in carriera. Conta che giochino quelli più in forma: lungi da me dire all'allenatore chi deve scendere in campo, perché il mister vede chi in settimana è più in forma, chi corre di più, chi è più dentro il gioco. A quelli deve dare spazio - insiste Di Masi - indipendentemente da ciò che pensano il presidente, il giornalista o il tifoso. Da adesso in poi gioca chi ci può portare alla vittoria finale"
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