Coldiretti: “Mais piemontese in ginocchio per le piogge, subito stato di emergenza”
Attacco fungino e terreni impraticabili spingono le aziende a riseminare. L'associazione sollecita l'assessore Bongioanni e chiede interventi urgenti
ALESSANDRIA – Il mais piemontese è in difficoltà. Le piogge abbondanti delle ultime settimane hanno creato le condizioni ideali per lo sviluppo di attacchi fungini che stanno compromettendo migliaia di ettari coltivati in tutta la regione. A denunciarlo è Coldiretti Piemonte, che ha inviato una lettera ufficiale all’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni. Chiedendo interventi rapidi e mirati per fronteggiare la crisi.
Secondo Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore cerealicolo, la situazione è critica. “Sono le giovani piantine le più colpite, al punto che molte imprese agricole stanno già procedendo a riseminare o a eseguire lavorazioni alternative”.
Costi extra per le aziende e impatto sulla zootecnia
“Queste operazioni straordinarie – sottolinea Bianco – implicano costi aggiuntivi importanti per le imprese agricole. Peraltro già provate dall’andamento climatico e dalle difficoltà di mercato. Non dimentichiamo che il mais piemontese è fondamentale anche per alimentare la zootecnia locale, garantendo approvvigionamenti a filiera corta”.
Coldiretti Piemonte, tramite la presidente Cristina Brizzolari e il delegato confederale Bruno Rivarossa, chiede “l’attivazione immediata dello stato di emergenza agricola. E l’accesso a fondi regionali o nazionali di sostegno“. Inoltre, l’organizzazione ha formalmente richiesto alla Regione “di convocare un tavolo di crisi per affrontare la situazione in sede istituzionale”.
Una battaglia per la sovranità alimentare italiana
La crisi del mais si inserisce in un contesto più ampio di speculazione sui prodotti alimentari, che penalizza i produttori italiani e aumenta la dipendenza dall’estero. “Per questo motivo – conclude Coldiretti – è ancora più urgente tutelare la sovranità alimentare nazionale, sostenendo le imprese locali e rafforzando le filiere interne”.