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ALESSANDRIA – Si è conclusa la ricerca storica intitolata “1991 Guerra del Golfo: la risposta del popolo della pace in provincia di Alessandria”, promossa dall’Associazione per la pace e la nonviolenza di Alessandria, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Il lavoro è stato realizzato dal giovane ricercatore Alberto Drera, dottorando presso l’Università del Piemonte Orientale.
La ricerca sulla Guerra del Golfo 1991 si articola in tre parti distinte: l’opposizione nonviolenta sviluppatasi a livello provinciale; il collegamento con le iniziative pacifiste nazionali. E l’analisi della nascita di un movimento autonomo dai partiti politici, capace di autofinanziarsi e costruire una leadership diffusa tra centro e periferia.
Secondo quanto emerso, fu fortissima la reazione del mondo pacifista alla partecipazione italiana al conflitto, giudicata una violazione dell’articolo 11 della Costituzione, che sancisce il ripudio della guerra.
Drera ha utilizzato le fonti documentali dell’Isral (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria) per documentare la mobilitazione avvenuta tra il 1990 e il 1991, con un’adesione ampia alla via del negoziato contro l’intervento armato.
Tra le iniziative più significative emerse dalla ricerca sulla Guerra del Golfo 1991 figurano:
Il Telefono contro la guerra
Il digiuno a staffetta, per sollecitare lo stop al coinvolgimento italiano nel conflitto
La Tenda per la pace, rimasta 42 giorni in piazza della Libertà davanti alla Prefettura, diventando punto di riferimento per tutte le manifestazioni provinciali
La mobilitazione alessandrina si collegò alle principali iniziative nazionali: le manifestazioni a Roma, la protesta alla Base di San Damiano a Piacenza – da dove decollavano gli aerei da bombardamento – e la marcia Perugia-Assisi. Questa fase rappresentò il momento più avanzato di costruzione di un soggetto pacifista autonomo e organizzato, che trovò però un punto di crisi con la fine della Prima Repubblica e l’emergere del bipolarismo politico.
Oggi l’Associazione per la pace e la nonviolenza intende diffondere i risultati della ricerca nelle scuole, promuovendone la conoscenza tra studenti e insegnanti. Un progetto che non si limita a conservare la memoria, ma vuole rafforzare una cultura della pace attraverso l’educazione e il confronto con la storia recente.
Per maggiori informazioni: nonviolence@libero.it
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