Raccolta mele 2025: qualità ottima ma -15% in Piemonte
Economia
Redazione  
6 Settembre 2025
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Il raccolto

Raccolta mele 2025: qualità ottima ma -15% in Piemonte

Produzione in calo per il clima e gli insetti alieni. Coldiretti: servono più tutele per varietà antiche e frutticoltori

ALESSANDRIA È partita a metà agosto la raccolta delle mele 2025, con un bilancio che conferma l’eccellente qualità del prodotto ma segnala anche un calo produttivo del 15% in Piemonte, il più marcato a livello nazionale.

A rivelarlo è Coldiretti Alessandria, che sottolinea le difficoltà legate ai cambiamenti climatici, agli attacchi di insetti alieni e alla riduzione dei fitofarmaci autorizzati.

A livello nazionale, la produzione è stimata in circa 2,25 miliardi di chili, in calo del 3% rispetto al 2024, con dati molto eterogenei: dal +5% del Trentino all’–11% del Veneto.

Piemonte: mele in calo ma qualità eccellente

In provincia di Alessandria, la situazione è stabile, con una previsione di circa 30.000 quintali raccolti, in linea con lo scorso anno. Le prime varietà a essere raccolte sono le Gala, seguite da Renette, Stark, Golden e, infine, le Fuji.

Il comparto delle mele rappresenta il 41% della frutta fresca piemontese, distanziando kiwi (19%), pesco (18%) e pero (9%). Le condizioni economiche, però, restano difficili: remunerazioni insufficienti a coprire i costi e ritardi nei pagamenti fino a un anno dopo la raccolta mettono a rischio la tenuta del settore.

Grande attenzione è rivolta alla tutela delle varietà antiche, in particolare in Monferrato, dove si coltivano mele come Pom Marcon, Renetta ruggine, Ciucarina bianca, Limonina e Carlo Rosso.

In Val Borbera, invece, protagonista è la mela Carla, tipica dei comuni dell’area appenninica alessandrina. Frutto di piccola pezzatura, ha buccia giallo-verde con sfumature rosso arancio e polpa dolce e compatta.

Coldiretti: equa remunerazione e promozione

“È fondamentale investire in sistemi di difesa integrata e garantire remunerazioni eque ai frutticoltori – afferma Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria –. Occorrono promozione, aggregazione commerciale ed etichettatura d’origine anche per i trasformati, come succhi e marmellate.”

Sulla stessa linea il direttore Roberto Bianco, che richiama il valore nutrizionale e culturale del frutto: “La mela è un alimento salutare, parte della nostra identità. Difendere le varietà antiche significa salvaguardare la biodiversità e il patrimonio gastronomico locale.”

L’Italia è il secondo produttore europeo di mele, dopo la Polonia e davanti a Francia e Germania, con una produzione UE prevista di 10,5 miliardi di chili nel 2025.

Cresce del 3% la Golden Delicious, in aumento anche le varietà “club”, mentre calano le più tradizionali: Red Delicious–21%, Gala –7%, Granny Smith –16%, Fuji –3%. In flessione anche le mele biologiche (–12%), che rappresentano il 7% del totale.

L’Italia vanta sei denominazioni di origine protetta per la mela, tra cui la Mela Rossa Cuneo Igp, e un patrimonio varietale da scoprire nei mercati di Campagna Amica o acquistando direttamente dai produttori.

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