“Alto Monferrato Acqui Terme”: il nuovo casello di Predosa può cambiare il territorio e cancellare l’isolamento
Non solo infrastruttura, ma simbolo di un’area che vuole guardare al futuro immediato con visione integrata
PREDOSA – Il progetto di un casello autostradale a Predosa non nasce da esigenze contingenti, ma risponde a una richiesta radicata nella storia di Acqui Terme e dell’Alto Monferrato. Da secoli, questo territorio vive della propria posizione strategica tra la Pianura Padana e i porti liguri. Un ruolo che ha sostenuto scambi commerciali, flussi turistici e crescita agricola, ma che oggi rischia di essere soffocato dall’assenza di collegamenti rapidi con la rete autostradale.
Fin dall’epoca romana, infatti, con il nome Aquae Statiellae, Acqui si è distinta come centro termale e commerciale. Oggi la città è parte dell’Itinerario Culturale Europeo delle Città Termali Storiche, riconoscimento che sottolinea la sua vocazione internazionale. Turismo e produzione agroalimentare di qualità richiedono però accessibilità: un requisito che l’attuale viabilità, basata su statali e provinciali congestionate, non garantisce.
Allarme isolamento
La distanza dal casello più vicino, però, oggi rappresenta un freno per cittadini, imprese e visitatori. Pendolari, operatori economici e turisti subiscono tempi di percorrenza elevati e un sistema stradale che non risponde alle esigenze di un’economia moderna. Da qui la necessità di un collegamento diretto all’A26, considerato indispensabile per abbattere le barriere all’accessibilità.
Il Comune di Predosa ha negli anni esplorato diverse ipotesi per la collocazione del nuovo casello. Una delle prime opzioni prese in considerazione fu la cosiddetta “zona Settevie”, ma le valutazioni più recenti convergono su una soluzione ritenuta più concreta e vantaggiosa. La realizzazione dell’infrastruttura in prossimità dell’attuale zona industriale, nel punto cruciale in cui il tracciato principale della A26 interseca la diramazione D26 per l’Autostrada A7.
Questa collocazione è strategicamente ottimale perché intercetta i flussi di traffico di entrambe le direttrici, rappresentando un nodo fondamentale non solo per Acqui Terme ma per tutto il Monferrato e per la rete di collegamenti tra Piemonte e Liguria. La richiesta specifica del territorio di posizionare il casello “prima dei cavalcavia autostradali verso la città di Acqui Terme” si integra perfettamente con questa soluzione, che coincide con l’interconnessione di rampe e cavalcavia già esistente.
Un ulteriore elemento di forza è rappresentato dalla disponibilità dei terreni: secondo recenti dichiarazioni, circa il 90% delle aree necessarie è già utilizzabile, riducendo al minimo la necessità di espropri. Questo aspetto ha un peso notevole, poiché consente di evitare uno degli ostacoli più frequenti per le grandi opere, con evidenti vantaggi in termini di tempi e costi.
Il progetto del casello
Il nuovo casello “Alto Monferrato Acqui Terme” prevede un investimento di circa 15 milioni di euro, con tempi di realizzazione stimati tra i 12 e i 18 mesi. Non si tratta soltanto di ridurre i tempi di percorrenza, ma di garantire maggiore sicurezza, fluidità del traffico e competitività per le imprese locali e per il comparto turistico.
Fondazione Slala ha riconosciuto il valore strategico dell’opera per il Nord-Ovest, ma la spinta propulsiva resta quella del territorio acquese, che da anni rivendica questo collegamento come un diritto e una necessità.
La visione ferroviaria
Il casello, tra l’altro, non esaurirebbe mica la strategia di rilancio. Per un territorio sostenibile servirebbe infatti anche un potenziamento del trasporto ferroviario. E il Terzo Valico dei Giovi, in fase di completamento, collegherà Genova con Milano e Torino, generando benefici diretti anche per l’Alto Monferrato.
L’interscambio con Novi Ligure e Alessandria garantirà ad Acqui Terme un accesso rapido ai corridoi europei, con vantaggi sia per il turismo internazionale sia per le imprese locali. Parallelamente, è in corso il progetto di rilancio della linea Genova-Acqui, con l’obiettivo di ridurre i tempi di viaggio a circa 40 minuti e trasformare la tratta in una sorta di metropolitana di superficie. Gli interventi finanziati anche dal Pnrr consentiranno di migliorare la regolarità e la frequenza dei collegamenti.
Il quadro finanziario
La costruzione del casello rientra negli obblighi di Autostrade per l’Italia, concessionario che investirà direttamente nella realizzazione. Agli enti locali spetta invece il compito di individuare risorse per le opere collaterali, come la variante Predosa-Strevi, indispensabile per collegare il casello alla città di Acqui. Le possibilità comprendono i fondi del Pnrr, il project financing con il coinvolgimento di privati e l’emissione di bond o l’accesso a fondi tematici europei destinati a infrastrutture e turismo.
In definitiva, la localizzazione a Predosa, presso l’intersezione tra A26 e D26, non è soltanto una soluzione tecnica ma un atto di riequilibrio territoriale: Acqui Terme e il Monferrato, forti della loro identità storica e vocazione internazionale, non possono restare isolati.
Il casello “Alto Monferrato Acqui Terme” è quindi oggi una priorità condivisa, che richiede decisioni rapide e coordinate per collegare la zona alla Liguria (porto e aeroporto di Genova, porto di Savona), alle più importanti arterie di collegamento, all’Outlet di Serravalle e – visione futuristica – all’alta velocità. La disponibilità dei terreni, l’ottimizzazione dei flussi di traffico e la centralità del sito scelto rendono questa opzione la più efficace e concreta per trasformare un’esigenza storica in opportunità di sviluppo.