Aou Al, 383 studi clinici attivi e una ricerca avanzata sui linfomi
Un impegno multidisciplinare tra università, ospedale e territorio per trasformare l’innovazione scientifica in salute concreta
ALESSANDRIA – L’Aou Al è tra le realtà piemontesi più dinamiche sul fronte della ricerca clinica e scientifica, con 383 studi clinici attivi al primo trimestre del 2025. Il 64% dei quali osservazionali e il 36% interventistici, prevalentemente no-profit. Un segnale di un sistema vivo e aperto all’innovazione, supportato da 54 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali nello stesso periodo.
Alla base di questo impegno c’è il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (Dairi)guidato dal dottor Antonio Maconi. Una struttura interaziendale tra Aou Al e Asl Al, in sinergia con l’Università del Piemonte Orientale. Le linee di intervento spaziano dalla ricerca clinica e preclinica alla traslazionale, fino a quella organizzativa e delle professioni sanitarie. Con particolare attenzione alle patologie ambientali e asbesto-correlate secondo l’approccio One Health.
Il Dairi dispone di infrastrutture dedicate: il Clinical Trial Center, la Biobanca, la Biblioteca Biomedica, l’Hta Unit, il Grant Office, l’Unità di Ricerca delle Professioni Sanitarie, i laboratori congiunti con l’Upo e i Centri Studi tematici. Un sistema pensato per accompagnare i professionisti nella progettazione e gestione della ricerca.
Collaborazioni internazionali e partecipazione europea
Grazie al Gruppo Rapporti Internazionali, l’Aou Al partecipa a network globali come l’Ilc Europe Network (invecchiamento attivo), il Global Climate & Health Alliance (salute ambientale), la Prezode Initiative (prevenzione delle zoonosi) e il Network Hph (ospedali promotori di salute). In Europa è attiva in varie Cost Actions su antibiotico-resistenza, microplastiche, tumori e malattie cardiovascolari.
Tra i progetti di punta, si distingue la ricerca finalizzata finanziata dal Ministero della Salute e guidata da Marco Ladetto, direttore della S.C. Ematologia. Un piano portato avanti in partenariato con l’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino e il Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino. Il focus è lo sviluppo di strumenti innovativi per monitorare la Malattia Minima Residua (Mrd) nei linfomi follicolari e a cellule del mantello.
Grazie a Next-Generation Sequencing, biopsia liquida e modelli bioinformatici avanzati, il progetto mira a migliorare accuratezza diagnostica, capacità predittiva e riduzione dei falsi negativi. Trasformando la Mrd in strumento clinico standardizzato, con importanti ricadute sulla medicina personalizzata.